Corriere Fiorentino

Sesto, mezzo Pd firma la mozione di sfiducia La sindaca ora è in bilico

Mozione di sfiducia, firmano anche 8 consiglier­i del Pd su 14 Ci sono i numeri per farla cadere. I renziani: mossa irresponsa­bile

- Antonio Passanese

Sara Biagiotti non parla. Forse preferisce assorbire il colpo e ragionarci a mente fredda, prima di dire la sua. Quello che si sa è che ieri ha passato tuto il giorno al telefono, in cerca di sponde, anche a Roma. «Il sindaco è tranquillo, come lo è sempre stato in quest’anno di governo», dice il suo staff. È stato un giorno difficile per il sindaco di Sesto Fiorentino, forse l’inizio dell’ultimo capitolo: dopo giorni di voci, la mozione di sfiducia nei suoi confronti è stata protocolla­ta e formalizza­ta. E arriva dai suoi stessi compagni di partito.

Il presidente del Consiglio comunale, Pd, Gabriella Bruschi (una delle firmatarie), ha convocato per il 21 luglio l’assise che potrebbe mettere fine all’esperienza amministra­tiva più breve che Sesto abbia mai vissuto. Tredici firme sul documento: c’è l’ex capogruppo Pd Giulio Mariani, la consiglier­a che ha preso il suo posto, Diana Kapo, ed altri sei dem, tutti molto vicini all’ex sindaco Gianni Gianassi. Poi ci sono i quattro consiglier­i di Sesto Bene Comune–Sel e l’unico consiglier­e del gruppo misto, Mauro Ceccherini, ex grillino. Se questi sono i numeri — i dissidenti hanno assicurato che altri consiglier­i sono pronti a votare la sfiducia — allora il sindaco renziano è arrivato al capolinea: per approvare la sfiducia bastano dodici voti sui 23 consiglier­i.

Il percorso di Sara Biagiotti e della sua giunta, dal giorno dell’insediamen­to, è stato molto tortuoso: alla sindaca, designata senza primarie, si rimprovera l’essere troppo morbida nei confronti di due argomenti dagli assessori», gli fa eco Soldi. E in un crescendo di accuse, Giulio Mariani, afferma che la sindaca «nega che ci siano problemi, racconta una storia che non esiste e dice che va tutto bene». A Sesto la notizia ha creato scompiglio, e ieri la direzione del Pd, riunitasi d’urgenza, ha espresso solidariet­à al primo cittadino.

Ma la notizia della sfiducia alla Biagiotti ha provocato una levata di scudi: il senatore Pd Andrea Marcucci bolla la mozione come «inaudita e insopporta­bile». Il governator­e Enrico Rossi si augura «una ricomposiz­ione perché il commissar ia m e n t o sarebbe un indebolime­nto per tutta l’area» ed esprime «solidariet­à e sostegno» al sindaco. Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani parla di «autolesion­ismo che talvolta caratter iz z a il Pd » ; mentre il consiglier­e regionale Antonio Mazzeo dà di «irresponsa­bile» a chi ha firmato la sfiducia. «Fa male constatare che a questa manovra si prestino consiglier­i dello stesso partito», dice l’assessore regionale Stefania Saccardi; e una «condanna netta» arriva dal sindaco di Firenze Dario Nardella (con cui Biagiotti in mattinata ha parlato, durante un’uscita pubblica) e dal segretario metropolit­ano del Pd, Fabio Incatascia­to. Anche alcuni sindaci della provincia hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla Biagiotti, come Francesco Casini di Bagno a Ripoli e Paolo Omoboni di Borgo San Lorenzo.

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Nardella e Biagiotti ieri mattina al Polo di Sesto
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