Sesto, mezzo Pd firma la mozione di sfiducia La sindaca ora è in bilico
Mozione di sfiducia, firmano anche 8 consiglieri del Pd su 14 Ci sono i numeri per farla cadere. I renziani: mossa irresponsabile
Sara Biagiotti non parla. Forse preferisce assorbire il colpo e ragionarci a mente fredda, prima di dire la sua. Quello che si sa è che ieri ha passato tuto il giorno al telefono, in cerca di sponde, anche a Roma. «Il sindaco è tranquillo, come lo è sempre stato in quest’anno di governo», dice il suo staff. È stato un giorno difficile per il sindaco di Sesto Fiorentino, forse l’inizio dell’ultimo capitolo: dopo giorni di voci, la mozione di sfiducia nei suoi confronti è stata protocollata e formalizzata. E arriva dai suoi stessi compagni di partito.
Il presidente del Consiglio comunale, Pd, Gabriella Bruschi (una delle firmatarie), ha convocato per il 21 luglio l’assise che potrebbe mettere fine all’esperienza amministrativa più breve che Sesto abbia mai vissuto. Tredici firme sul documento: c’è l’ex capogruppo Pd Giulio Mariani, la consigliera che ha preso il suo posto, Diana Kapo, ed altri sei dem, tutti molto vicini all’ex sindaco Gianni Gianassi. Poi ci sono i quattro consiglieri di Sesto Bene Comune–Sel e l’unico consigliere del gruppo misto, Mauro Ceccherini, ex grillino. Se questi sono i numeri — i dissidenti hanno assicurato che altri consiglieri sono pronti a votare la sfiducia — allora il sindaco renziano è arrivato al capolinea: per approvare la sfiducia bastano dodici voti sui 23 consiglieri.
Il percorso di Sara Biagiotti e della sua giunta, dal giorno dell’insediamento, è stato molto tortuoso: alla sindaca, designata senza primarie, si rimprovera l’essere troppo morbida nei confronti di due argomenti dagli assessori», gli fa eco Soldi. E in un crescendo di accuse, Giulio Mariani, afferma che la sindaca «nega che ci siano problemi, racconta una storia che non esiste e dice che va tutto bene». A Sesto la notizia ha creato scompiglio, e ieri la direzione del Pd, riunitasi d’urgenza, ha espresso solidarietà al primo cittadino.
Ma la notizia della sfiducia alla Biagiotti ha provocato una levata di scudi: il senatore Pd Andrea Marcucci bolla la mozione come «inaudita e insopportabile». Il governatore Enrico Rossi si augura «una ricomposizione perché il commissar ia m e n t o sarebbe un indebolimento per tutta l’area» ed esprime «solidarietà e sostegno» al sindaco. Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani parla di «autolesionismo che talvolta caratter iz z a il Pd » ; mentre il consigliere regionale Antonio Mazzeo dà di «irresponsabile» a chi ha firmato la sfiducia. «Fa male constatare che a questa manovra si prestino consiglieri dello stesso partito», dice l’assessore regionale Stefania Saccardi; e una «condanna netta» arriva dal sindaco di Firenze Dario Nardella (con cui Biagiotti in mattinata ha parlato, durante un’uscita pubblica) e dal segretario metropolitano del Pd, Fabio Incatasciato. Anche alcuni sindaci della provincia hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla Biagiotti, come Francesco Casini di Bagno a Ripoli e Paolo Omoboni di Borgo San Lorenzo.