Sui Nuovi Uffizi bloccati il sindaco alza la voce «Il ministro risponda»
Nardella a Franceschini: «Se sono una priorità ci dica come e quando arriveranno i fondi per completarli»
Dopo la preoccupazione fatta filtrare nei giorni scorsi, un richiamo pubblico: «Il ministro Franceschini ci dica come e quando si termina il piano di finanziamenti per i Grandi Uffizi». Dario Nardella, sindaco di Firenze, lancia un appello a Roma, al governo, al ministro ai beni culturali sui lavori in ritardo e l’incertezza dei finanziamenti necessari a completare il progetto. «Se i Grandi Uffizi sono una priorità — ha aggiunto — il ministro deve essere conseguente».
Dalla preoccupazione all’appello. Il sindaco Dario Nardella ieri ha scelto la conferenza sulla vivibilità e sulla lotta al degrado della città per mandare un messaggio al ministro ai beni culturali Dario Franceschini. Prima aveva fatto filtrare la sua preoccupazione «informale» sullo stato dei lavori dei Nuovi Uffizi, ora è pubblica. «Il ministro Franceschini — ha detto ieri in Sala di Lorenzo — ci dica come e quando si termina il piano di finanziamenti per i Nuovi Uffizi».
È un richiamo vero, dopo che per giorni Palazzo Vecchio si è mosso per capire le reali intenzioni di Roma sul futuro del museo più importante d’Italia, icona del nostro Paese in tutto il mondo. Icona con ponteggi e gru dal 2006, con lavori che dovevano finire nel 2012 e invece partono e si fermano, con finanziamenti che arrivano e poi scompaiono. E senza certezze per il futuro della seconda fase dei lavori, quei 45 milioni di euro che ancora mancano e che più di un anno fa furono presentati dai vertici degli Uffizi e delle sovrintendenze fiorentine anche al premier, Matteo Renzi. «Se i Grandi Uffizi sono una priorità — ha aggiunto il sindaco Nardella — il ministro deve essere conseguente». Una conseguenza che ha bisogno di atti, formali, mantenuti.
La carenza di fondi per il futuro non è una novità. Se i lavori sono andati avanti — rincorrendo anche le emergenze come i temporali che hanno danneggiato i tetti — è stato finora grazie ai 3 milioni di euro erogati ogni anno in forza dell’accordo tra l’allora ministro Sandro Bondi e l’allora sindaco Renzi nel 2010: una quota dei biglietti venduto da tutto il Polo museale, che però ora va riscritto, dato che la riforma ha cambiato la geografia dei musei (il Polo non c’è più)e, tra breve, ne cambierà probabilmente anche molti vertici. Ai primi 9 milioni (dal 2010 al 2013), se ne sono aggiunti poi uno all’anno per il 2014 e per quest’anno. A questi se ne erano aggiunti altri 15, erogati dal ministero nel 2013. Alla fine, i milioni arrivati sono stati solo 8 e gli altri «rimodulati»: cioè rinviati ad un futuro prossimo. Forse arriveranno dal Cipe. Al momento, il ministero non ha risposto a Nardella, è stato solo annunciato un vertice a settembre tra Nardella e Franceschini per discutere l’accordo sulla parte di biglietti da erogare. Vertice nel quale ora Nardella vuole si parli anche dei finanziamenti mancanti.
La soprintendente alle belle arti Alessandra Marino si è detta sicura che col milione e mezzo restante di fondi si potrà andare avanti fino all’anno prossimo. Prima di partire con i nuovi lavori, ci sarà da risolvere la vicenda dello «scalone» di Levante. Problema sollevato anche da chi quei lavori li ha fatti partire, l’allora ministro ai beni culturali Francesco Rutelli. Un progetto delicato (passa dai soffitti dell’ex chiesa di San Pier Scheraggio). Ma senza quello scalone, la capienza giornaliera, nonostante l’apertura di oltre 50 nuove sale, resterà quella attuale.