Corriere Fiorentino

Pepito ritorna undici mesi dopo (se non piove)

- L.B.

MOENA (TRENTO) Gli occhi saranno tutti per lui, perché il gran giorno di Pepito è finalmente arrivato. Undici mesi dopo l’ennesimo infortunio al ginocchio, oggi contro il Carpi (inizio ore 17,30) Giuseppe Rossi — sempre che il tempo sia più clemente di ieri — tornerà a giocare una partita vera. Paulo Sousa ha dato il via libera dopo averlo visto allenarsi a Moena: Pepito infatti scatta, suda in palestra, contrasta e spesso saltella sul posto per appoggiare il peso del corpo sulla gamba destra. In più, com’è ovvio, dà spettacolo. Negli esercizi cross e tiro è una specie di cecchino: sotto porta non sbaglia mai e strappa applausi perfino ai compagni di squadra. A calcio tennis poi è il beniamino dei più giovani, mentre a ping-pong, nei momenti di relax in albergo, resta l’uomo da battere. Pepito insomma è su di giri, e chissà quante volte si sarà sognato il suo rientro in campo. La sua voglia di giocare comunque è alle stelle, tanto che in questi giorni si è pure fermato a guardare la partitella tra lo staff di Sousa e i giornalist­i. A Moena oggi pomeriggio saliranno centinaia di tifosi per coccolarlo e goderselo dal vivo: dall’ultimo Pepito in maglia viola infatti è passato quasi un anno. Era il 120 agosto scorso e a Malaga ovviamente Rossi segnò. Così come aveva segnato contro il Palmeiras nella tournée sudamerica­na. Sousa oggi ha in mente di concedergl­i 20-30 minuti, perché per la prima uscita può andar bene anche solo una porzione di gara. Come dice Borja infatti Rossi «è un po’ ciccione», nel senso che la lunga inattività non lo ha certo aiutato a trovare la forma migliore. Il ginocchio però è stabile e sta benissimo: «È pronto, arriverà la condizione migliore», giura l’allenatore portoghese. Sousa a proposito lo proverà centravant­i puro, nella stessa posizione nella quale segnò 16 gol (tra cui l’indimentic­abile tripletta alla Juve) in un girone d’andata. «Deve stare più vicino possibile alla porta, è lì che può fare la differenza», è il Sousa pensiero, per altro perfetto per limitare i movimenti di un fuoriclass­e ancora indietro di condizione. Non solo Carpi comunque. Perché Pepito tiene molto anche alla tournée americana: la Fiorentina infatti giocherà a un passo da Newark, casa sua, e per niente al mondo (con la famiglia tutta in tribuna a tifare per lui) vorrebbe mancare all’appuntamen­to. Rossi c’è insomma, anche se pensarlo alla pari degli altri sarebbe il più grande errore da fare. E non solo per una questione di forma: come spiegato dal responsabi­le sanitario viola Galanti infatti, «il caso di Pepito non ha precedenti, perché nessun atleta ha mai subito tre interventi allo stesso ginocchio». Cautela massima dunque. E fretta zero. Anche se i segnali arrivati finora, volgono al bello. Una volta testato il ginocchio anche in qualche partita, la Fiorentina tornerà a proporgli un taglio dell’ingaggio (la punta attualment­e guadagna 2,5 milioni l’anno fino al 2017): «Ci hanno proposto una modifica contrattua­le, ma non un prolungame­nto», ha spiegato Pastorello. Dopo un anno di inattività infatti, i viola si aspettereb­bero un passo di Pepito verso le esigenze di bilancio. E la sensazione è che dopo un no piuttosto rigido, un accordo si possa anche trovare.

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