Sfila la pistola al vigilantes e semina il panico nel supermercato
«Non ho fatto niente di male, la colpa non è mia, è del vigilantes». Gridava così, dentro al bar Fuorigiri di San Concordio a Lucca, un ragazzo di 23 anni di origini nigeriane, che ieri poco dopo l’ora di pranzo è riuscito ad impossessarsi di una pistola, quella di una guardia giurata, e a creare panico e terrore, prima all’interno del supermercato Esselunga, poi del bar ristoro a pochi passi da lì.
La colluttazione tra il cittadino extracomunitario e la guardia giurata, dipendente della Securpol, è avvenuta per motivi ancora da chiarire: secondo le prime testimonianze, rese agli agenti della questura di Lucca, la guardia avrebbe cercato di perquisire l’uomo che era entrato nel supermercato passando dal retro.
Il nigeriano avrebbe invece dichiarato di essere stato perquisito senza motivo, o meglio, a suo dire, per «motivi di razzismo». Fatto sta che l’uomo indispettito dal controllo della guardia giurata, lo ha sbattuto a terra prendendogli la pistola dalla fondina e ha iniziato ad aggirarsi per il supermercato, urlando «Statemi lontano, lasciatemi stare». Tra le casse e la galleria commerciale si è scatenato il panico: i clienti si sono gettati a terra, i lavoratori hanno chiamato la polizia.
Lui è corso fuori dall’Esselunga e si è infilato nel bar Fuorigiri: «È rimasto dentro per più di tre minuti — racconta al telefono una delle cameriere— agitava questa pistola come un folle e gridava ‘non è colpa mia, non ho fatto nulla di male, lo giuro, è colpa del vigilantes’».
«Il mio titolare — aggiunge — ha protetto i clienti del bar, mettendosi davanti alla pistola e cercando di calmare l’uomo. Eravamo tutti sdraiati per terra, terrorizzati. Lo hanno arrestato le volanti qui davanti a noi». Il caldo, la disperazione o chissà quale disturbo di tipo psichiatrico, hanno portato il giovane extracomunitario nelle camere di sicurezza della questura di Lucca, dove è stato visitato per capire se fosse necessario un trattamento sanitario obbligatorio. Adesso si trova nel carcere di San Giorgio con le accuse di rapina e minaccia aggravate, oltre che di resistenza a pubblico ufficiale.