Corriere Fiorentino

Torna Pepito, e fa sperare

Rossi in campo, undici mesi dopo l’infortunio, nell’amichevole di Moena contro il Carpi (2-0) Tiri, dribbling e il passaggio decisivo per Borja Valero: «Ci sono, finalmente. Star fuori è stata dura»

- Leonardo Bardazzi

Spettacolo Pepito. Undici mesi dopo l’infortunio al ginocchio destro, Giuseppe Rossi è tornato a giocare una partita. E subito ha messo in mostra tutto il suo repertorio fatto di assist, dribbling e tiri in porta, per la gioia degli oltre duemila tifosi viola in tribuna: «Star fuori è stata dura — racconta Pepito a Violachann­el — finalmente sono tornato in campo, ma devo continuare a lavorare per tornare al meglio. Io comunque mi sento bene, sto migliorand­o giorno dopo giorno».

È felice, Pepito. Undici mesi fuori dai giochi infatti devono essere stati un’attesa infinita, soprattutt­o per uno per cui il calcio rappresent­a molto di più di un semplice lavoro. In campo poi si è divertito a duettare con Borja Valero, amico di Pepito dai tempi di Villareal («Giuseppe è un po’ ciccione», aveva scherzato lo spagnolo nei giorni scorsi) e compagno di squadra perfetto per chiudere le triangolaz­ioni veloci e palla a terra che esaltano il Fenomeno viola: « Ringrazio i tifosi — continua Pepito — loro sono grandi, insieme potremo fare belle cose. Abbiamo affrontato una squadra di serie A come il Carpi e ora siamo pronti a volare in America, a casa mia».

Da oggi infatti la squadra viola volerà (da Verona) a New York, dove nella notte tra martedì e mercoledì sfiderà il Psg. Pepito contro Ibrahimovi­c e Cavani tornerà di nuovo in campo, magari per qualche minuto in più rispetto ai 25 giocati ieri: «Vogliamo migliorare il minutaggio di Rossi — spiega Paulo Sousa — e arrivare prima possibile ai 90 minuti. Basta fantasmi, puntiamo sulle certezze del nostro lavoro. Sempre consideran­do il passato del giocatore». Senza fretta insomma, Pepito proverà a riprenders­i in mano la Fiorentina giusto in tempo per iniziare alla pari degli altri il campionato. Intanto però vale la pena restare sulle istantanee di Moena: entrato al ventesimo della ripresa, Rossi (schierato centravant­i puro) ha subito messo la sua impronta sulla partita con un dribbling che ha alimentato l’entusiasmo della gente. Un paio di minuti dopo poi, ecco un tiro mancino che ha sfiorato la traversa. Il clou però è arrivato poco dopo, visto che Pepito (in un movimento simile a quello che stese Buffon nel giorno della tripletta alla Juve) ha sfiorato il gol con un tiro centrale e successiva­mente ha mandato in porta Borja Valero con un assist che ha chiuso la partita sul 2-0 per i viola. Solo applausi dunque, e il pomeriggio che ha chiuso il ritiro di Moena non si è fermato a Pepito.

Il 2-0 al Carpi infatti ha convinto Sousa, che chiude il ritiro di Moena senza aver subito gol: «Sono soddisfatt­o — dice ancora l’allenatore — ho visto i giocatori più stanchi per il lavoro fatto, ma l’applicazio­ne è quella giusta. E vincere fa sempre piacere. Negli Usa sfideremo squadre come Psg e Benifca, ma affrontare i grandi aiuta a crescere». Di Ilicic (su punizione deviata) il primo gol viola, mentre nel primo tempo Vecino aveva colto un palo clamoroso dopo un bel movimento del baby Diakhate, ormai sempre più calato in questa nuova Fiorentina. Male invece Mario Gomez. Troppo lento per essere pericoloso e pure poco determinat­o nella finalizzaz­ione, tanto da cogliere il palo a porta vuota dopo uno svarione del portiere Benussi e tanto da fallire un gol quasi fatto dopo un passaggio smarcante di Ilicic: « Ha difficoltà a fare gol — chiude Sousa — il periodo difficile si sta allungando». La speranza viola è che SuperMario si sblocchi quanto prima e che gli interessat­i si facciano vivi per davvero: con un Rossi così (anche part-time) e un Babacar in rampa di lancio, Gomez infatti rischia di diventare solo un peso per le casse viola.

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