Premio Spadolini a Grasso, e alla legalità
Il Presidente del Senato parla di mafia. Poi su Borsellino: «Parole schifose, se dette»
CASTIGLIONCELLO ( LIVORNO) «Quello che mi accomuna a Spadolini è un destino comune in politica. Un grande uomo, scrittore e politico di cui va mantenuto il ricordo. Mi ha preceduto in anni molto difficili per la storia d’Italia: con in mano l’accendino che Giovanni Falcone mi ha lasciato, ricordo che dovevo essere seduto accanto a lui in auto quel giorno, sono commosso ed onorato di ricevere questo premio». È doppio il riconoscimento che va al Presidente del Senato Pietro Grasso, insignito del Premio Castiglioncello di cultura politica Giovanni Spadolini e del premio speciale alla carriera, quest’anno accorpati in onore della personalità che li riceve, sia per il nuovo libro Lezioni di mafia, che impartisce in particolare ai giovani, sia per la lunga carriera adoperata a difesa della giustizia e della legalità. Nel palco della Limonaia di Castello Pasquini si sono festeggiati così i dieci anni del Premio, promosso in collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia (a 90 anni dalla nascita del Senatore) sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Senato della Repubblica e del comune di Rosignano Marittimo. «Le Lezioni sono un modo per far comprendere come la mafia, seppur non visibile con azioni violente, si infiltri con metodo nel sistema lavoro, come nei pubblici appalti, danneggiando il Paese e la sua economia». A dare il benvenuto il sindaco Alessandro Franchi, con un inno alla legalità e alla cultura «per promuovere una buona politica, per ridare speranza ai cittadini». Con lui il vice ministro delle infrastrutture Riccardo Nencini e il presidente della Fondazione Cosimo Ceccuti. «Spadolini — ha detto il sindaco — è stato tra gli statisti piu significativi del nostro Paese e dieci anni fa è nato il premio per mantenere vivo il ricordo del suo legame con Castiglioncello. Qui veniva in vacanza fin dagli anni ‘30, scoprì questi luoghi grazie al padre, pittore macchiaiolo. Nel ‘78 fondò il premio che oggi porta il suo nome. Un luogo sicuro, lo definiva, la patria dell’anima». A 23 anni dalla strage di via D’Amelio il ricordo di Paolo Borsellino. «Un grande uomo e magistrato — ha commentato Grasso — un amico e un faro per il Paese. Non mi interessano le polemiche nate alla luce delle intercettazioni, si tratta di parole schifose, se sono state dette, comunque la Procura di Palermo ha gia aperto un’inchiesta per fare chiarezza. Questo è un Paese in grave crisi di legalità — ha concluso — La lotta alla mafia deve tornare a essere un’azione di massa».