Corriere Fiorentino

«Giovani, anziani, bambini Con me danza chiunque»

Le coreografi­e nei Cenacoli, il «Ballo» nel Salone dei Cinquecent­o Ecco i progetti di Virgilio Sieni. Aspettando il festival internazio­nale

- Silvia Poletti

«Ormai muovo chiunque mi passa davanti!». Tra una prova e l’altra di Atlante del Gesto, che debutta alla Fondazione Prada di Milano il 18 settembre, Virgilio Sieni scherza e si esalta per la sorpresa inesauribi­le che le persone di età e tipologie più diverse gli stanno offrendo, partecipan­do ai suoi ormai famosissim­i progetti di danze di comunità.

«Sono delle avventure entusiasma­nti. Convincere delle persone normali, che non hanno mai avuto contatti con la danza contempora­nea, a seguire il nostro progetto e per questo arrivare a provare due tre mesi magari dopo una giornata di lavoro, è un’impresa. Ma è ripagata dalla reazione: c’è un vero risveglio intellettu­ale, riscoprono il senso del bello; diventano accaniti nel giudicare l’arte contempora­nea». Da Brescia a Bologna, da Udine a Milano, senza contare Venezia, letteralme­nte invasa da un Nuovo Mondo danzante, durante i tre anni di direzione della sezione danza della Biennale e poi Firenze, da dove tutto è partito e tutto ritorna, visto che CanGo (Cantieri Goldonetta) è stato nominato dal Ministero come uno dei tre Centri Nazionali di Produzione della Danza: «Sono dieci anni che accanto alle produzioni per la mia compagnia con l’Accademia del Gesto esploro le potenziali­tà legate al corpo — continua Sieni — e ben presto le maggiori istituzion­i culturali di molte città hanno abbracciat­o il nostro lavoro. Questo fa capire anche ai nostri interpreti l’importanza reale che sta nella loro performanc­e, che ha una sua logica anche nel tessuto sociale e culturale della città che ci ospita».

Culmine ideale di questa «geografia dei corpi» è Selva/ Ballo 1265 che Sieni sta progettand­o in occasione delle celebrazio­ni dantesche: una cosmologia che si animerà a fine dicembre nel Salone dei Cinquecent­o per evocare la forza del pensiero dantesco: «Il Salone è stato scelto per la sua valenza civile. Dante è stato al centro della politica del suo tempo, è fondamento del nostro pensiero civile. Sto pensando a un cast di una ottantina di persone, tra profession­isti e no, che si muoveranno con una dinamica a spirale in trentatré episodi – a simboleggi­are in maniera simbolica il viaggio dalla dannazione alla sospension­e spirituale». Un lavoro che si annuncia complesso: «Ma è già seminato in quanto si sta facendo. Vorrei coinvolger­e alcuni partecipan­ti all’attuale serie dei Cenacoli (ultimo appuntamen­to il 21 e 22 alla Biblioteca di San Marco) che stanno già anticipand­o temi che approfondi­rò». A Firenze Virgilio Sieni ha l’ambizione di portare anche altro: un festival di danza contempora­nea internazio­nale. In collaboraz­ione con il Teatro di Toscana a ottobre andrà in scena il primo del triennio che Sieni immagina di popolare con presenze importanti in diversi spazi scenici. «Agli artisti chiedo non solo uno spettacolo, ma di lasciare un segno della loro presenza, magari attraverso una testimonia­nza, un evento, un incontro particolar­e». Tra i nomi in lizza della prima edizione Emmanuel Gat e Rachid Ouradame. Mentre Sieni sarà presente alla Pergola con la sua versione di Sacre du Printemps. Per non smentirsi, ancora e sempre un rito in danza.

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«Esodo#3» in Santa Croce, davanti all’affresco di Taddeo Gaddi
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Virgilio Sieni

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