GIOCHI DA FILM
I BABBANI SULLA SCOPA
La morbida palla pluffa, il cattivissimo bolide, l’imprendibile boccino, anche la scopa, nonostante non riesca a volare. Hanno tutto l’equipaggiamento, come nelle storie di Harry
Potter. Gli manca solo la «magia» ai circa 200 «babbani» da tutta Europa che si sfideranno a Sarteano, in provincia di Siena, dal 24 al 27 luglio nel primo Campionato Europeo di Quidditch Babbano: lo sport immaginario — in parte hockey, in parte basket, in parte rugby, in parte dodgeball, quella che a scuola chiamavano “palla avvelenata” — inventato da J. K. Rowling per la saga del maghetto più famoso della letteratura e del cinema. Esiste davvero e da ben 10 anni il Quidditch Babbano (in Harry Potter i babbani sono gli umani «normali», non maghi e streghe), versione reale, o meglio realizzabile senza l’uso della magia, di quello sport immaginario. Ed è la prima volta che si svolge in Italia un campionato europeo con 12 nazionali pronte a sfidarsi a caccia del boccino d’oro, dal Belgio alla Catalogna, dalla Norvegia alla Turchia. In Italia sono circa 6 mila gli appassionati, 100 mila nel mondo. «Nascono squadre nuove ogni mese — ci racconta Giulio Cioncoloni dell’associazione l’Ombrico che organizza la manifestazione nello stadio da calcio comunale di Sarteano — Ce ne sono a Roma, Milano, Torino, Perugia, ora Reggio Emilia, il movimento è in ascesa, manca solo che prenda piede anche in Toscana. È da un anno che lavoriamo per riuscire a ospitare un evento internazionale del genere, che è al tempo stesso uno sport e una festa popolare». Nel frattempo hanno scoperto «che è uno sport durissimo, atleticamente impegnativo, estremamente faticoso, non certo una cosa da nerd con gli occhiali come Harry Potter, ma da atleti veri». Il Quidditch si gioca a squadre miste, metà uomini e metà donne, lo si fa a cavallo di una scopa che rende difficili i movimenti, non ha tempi precisi per cui una partita può dare da dieci minuti fino a diverse ore. Perché, come in Harry Potter, vince chi prende per primo il boccino, mentre le varie squadre se le danno di santa ragione come nel rugby.