Vada, la spiaggia (piena di alghe) delle famiglie Col parco chiuso e senza wi-fi
Sono le spiagge delle famiglie toscane, che amano il riposo e la quiete Quella c’è, anche troppa. Il wi-fi non funziona, il parco è chiuso, pochi eventi I privati si lamentano: troppi divieti. Il Comune anche: nessuno investe
VADA (ROSIGNANO) Non è mai stata la Rimini della Toscana. In questo paesino di pescatori e operai della Solvay, uno dei pochi che d’inverno non si svuotano del tutto, la vocazione turistica è declinata per le famiglie, per i nonni con i nipotini. Niente grandi alberghi o ville di lusso in riva al mare. Qui ci sono campeggi e affittacamere. I prezzi sono tra i più bassi di tutto il litorale toscano. Sempre di più gli operatori scelgono di puntare sulla tranquillità: così, lo storico bagno La Barcaccina organizza le costruzioni di castelli di sabbia, la palla prigioniera e la pista con le biglie. Osa un po’ di più la Pinetina, che organizza serate dj. Se nella vicina Cecina ci sono enormi camping rinomati per l’animazione, in quelli di Vada la strategia è opposta: «È veramente calmo e incentrato sulla tranquillità», si legge tra i commenti online scritti dai clienti dei camping vadesi. Così, arrivati a mezzanotte, fuori dai fine settimana, per strada restano solo pochi ragazzini, spesso seduti nei dehors di qualche bar chiuso. Qui, il «pubblico» è delegato dal Comune alla Proloco, sostenuta dai negozi di paese: le iniziative, la rete wireless, i punti azzurri in spiaggia, la pulizia di spiagge e pinete. Ma qualcosa scricchiola. Nell’estate vadese non ci sono eventi di grande rilievo: c’è la sfilata di moda, i mercatini, il tombolone, l’orchestrina e l’elezione di mister spiaggia.
Fino a qualche anno fa, un punto di riferimento era il parco comunale: accanto al concerto di Orietta Berti poteva spuntare un giovanissimo Leonardo Pieraccioni; e con ben 75 sere estive dedicate al liscio, era un pienone di anziani e gente di mezza età. Poi, anche se la musica finiva a mezzanotte, il vicinato si lamentava, i controlli hanno certificato il superamento dei decibel di legge e addio liscio. Il parco comunale ora è in abbandono e il cancello chiuso da catena e lucchetto. A funzionare a meraviglia sono invece gli eventi gastronomici: il ristorante La Meridiana infatti sta preparando una cena medievale in piazza per trecento persone.
Ma il cibo non è tutto: nell’epoca dei ragazzini che vivono appiccicati agli smartphone, tre dei quattro principali gestori telefonici prendono maluccio. E tanti cercano rifugio sulle panchine di piazza Garibaldi con la Rosignanowifi; ma il form di registrazione è così laborioso che spesso si viene disconnessi prima di averlo compilato per intero.
Quanto al mare, Vada è ricca di spiagge libere. Quella più a nord però è sporca, piena di rifiuti e di alghe mai rimosse. Mentre la pineta alle sue spalle è sede del bivacco di famiglie che invece di portare la tovaglia e due piatti per il pic nic, campeggiano con valanghe di borse a mo’ di trasloco. Colpa, certo, di turisti maleducati. Ma il sindaco Alessandro Franchi ammette il punto debole: «Visti i tagli, abbiamo approvato il bilancio in ritardo; di conseguenza sono arrivati in ritardo anche i finanziamenti alla Proloco». Quel che invece funziona sono i tre punti azzurri, uno dei quali alle spiagge bianche: né spiaggia libera, né stabilimento balneare, ma una riuscita via di mezzo; l’arenile è a disposizione di tutti, ma chi vuole può noleggiare ombrellone e sdraio e sistemarlo nel primo spazio libero. C’è anche un trenino che fa servizio dal celebre arenile, ed è stato rafforzato: ora dalle spiagge bianche arriva fino alla stazione ferroviaria e alla Mazzanta.
«Ce lo porti il bimbo, che il bicarbonato fa bene alla salute». Un tempo erano i pediatri a consigliare le mamme di portare i figli alle spiagge bianche. Qualche anno fa l’Onu le ha sancite come una delle 15 spiagge più inquinate del Mediterraneo, anche se dal 2010 la Solvay ha eliminato il mercurio dal ciclo produttivo. Ma se il successo di quel tratto di arenile non sembra venire meno, è semmai il peso della fabbrica su una comunità a scemare sempre più: Rosignano Solvay, sorella gemella, è nata e prosperata all’ombra dei silos d’acciaio pieni di bicarbonato. Il cinema teatro, la canottieri, il circolo ricreativo, l’ospedale, tutto era marchiato Solvay. Dell’epoca d’oro non resta che il cinema. Oggi, il rilancio passa per il porto turistico, sempre pieno di panfili e yacht, ma con quei turisti «di qualità» che una volta attraccato si dirigono verso le ville di Castiglioncello, mai a Vada o Rosignano. «Qui una volta c’era vita, la piazza era piena di giovani – racconta una memoria storica di Rosignano, la gioielliera Marivera Di Ninno – oggi non c’è più nulla, per fare serata i ragazzi vanno a Cecina». D’estate una volta era pieno di discoteche. Oggi ci sono solo l’Astragalo di Castiglioncello e la rinata Barcaccina di Vada. C’è chi punta l’indice sulla politica del rumore, come il pr Valerio Gronchi: «Qui non si può organizzare più nulla». Mentre Carlo Mencacci, direttore dell’Astragalo, spiega che si può far musica fino alle 4 di notte, ma servono enormi investimenti per l’insonorizzazione: «Quando facciamo musica all’aperto, ci sono vicini che chiamano i vigili alle 9 di sera». E il sindaco Franchi allarga le braccia: «Da quando sono sindaco non ho mai negato il permesso ad una discoteca. Il problema è che non c’è più nessuno che investe. Se lo facesse, sarebbe il benvenuto».
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La gioielliera Una volta la piazza era piena di vita, ora per fare serata i ragazzi vanno a Cecina Il sindaco Franchi Il problema è che non c’è più nessuno che investe Se lo facesse sarebbe il benvenuto