Corriere Fiorentino

Trecento in corteo per Snoopy (e chi l’ha ucciso cambia casa)

Livorno: magliette, cartelli, slogan per il cane colpito dalla fucilata di un vicino

- Simone Lanari

«Stop al massacro animale», questo è lo striscione che ha aperto il corteo in ricordo di Snoopy, il cane ucciso lo scorso 5 agosto da un colpo di carabina. Un uomo aveva sparato al cane dal suo terrazzo, distante circa 50 metri dal luogo in cui Anna Rita Vincenzoni ha trovato morto il suo Snoopy dopo che il proiettile gli aveva trapassato la pleura e l’aorta.

La donna sconvolta in questi giorni non si è data pace, non riuscendo a capire il perché di questo gesto. E attorno all’episodio si è creata una comunità solidale che su Facebook ha raccolto oltre 4.000 fan e ha dato vita al corteo di ieri, dalla spiccata impronta animalista. Dopo la notizia della confession­e di un vicino la donna ha detto: «Spero presto di vedere la faccia di chi ha tolto la vita a Snoopy – voglio guardarlo negli occhi e capire come abbia potuto compiere un gesto simile. A me ha tolto la vita».

Il responsabi­le della morte del cane Snoopy, è un uomo di 37 anni che vive nella stessa strada dei padroni del cane: «Sono stato io ma non volevo ucciderlo, volevo solo spaventarl­o. Mi dava noia che abbaiasse», avrebbe detto agli inquirenti. Ora il trentasett­enne è indagato con l’accusa di uccisione di animali, un reato per il quale si rischiano fino a due anni di reclusione. Ieri sono scese in strada a manifestar­e in ricordo del cane trecento persone, che si sono radunate all’area di sgambatura per cani per poi arrivare sotto casa di Snoopy dove era appeso un lenzuolo bianco con scritto «Basta alla violenza sui più deboli e sugli animali».

Il corteo poi si è fermato davanti alla casa dell’uomo che avrebbe sparato al cane, dove sono partiti i cori: «Assassino, assassino» e «Vergogna». Molti gli interventi da persone delle persone che risiedono nel quartiere, che hanno voluto lasciare un ricordo di Snoopy e che hanno condannato il gesto compiuto dal trentasett­enne. Sdegno e incredulit­à tra i partecipan­ti, tutti a chiedersi il perché di quel gesto. Magliette, cartelli, cani con magliette con scritto « Io sono Snoopy » e «Giustizia per Snoopy», gente sulle terrazze con lenzuola in ricordo del cane.

«Non mi resta che desiderare che la giustizia penale faccia il suo corso — ha detto Anna Rita Vincenzoni — e che il responsabi­le paghi in base alle leggi sulla tutela degli animali. Ma nessuna giustizia sommaria, non serve a niente, non è certo con il linciaggio o con la gogna che si fa giustizia». L’uomo intanto ha cambiato casa: secondo alcuni residenti della zona si sarebbe trasferito per paura di ritorsioni da parte dei residenti del quartiere.

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Lo striscione di apertura della manifestaz­ione di ieri
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