Il cervo di Barni, con le gambe di donna per corna
Da oggi a Pietrasanta «Ho buona memoria», l’opera in bronzo dell’artista pistoiese
Il cervo con le gambe di donna è un’immagine impressa nella memoria artistica di Roberto Barni. Lo dipinse su tela per la Galleria Trisorio di Napoli nel 1977, lo ripropone oggi, scolpito nel bronzo per un’opera ambientale alla galleria Poggioli e Forconi di Pietrasanta (inaugurazione domani alle 19, via Garibaldi 8).
Quant’anni dopo l’opera antropomorfa dell’artista concettuale, iscritto alla scuola di Pistoia e, con Mariani e Buscioni, a quella degli «anacronisti», riflette la medesima sensazione di precarietà, il contrasto tra due creature, il cervo e l’uomo, che spingono in direzione opposta. Il cervo, dalla testa antropomorfa su cui si innestano gambe umane con i piedi in aria, fuoriesce dalla parete e incontra una figura umana, in posizione capovolta, con la testa a terra, il cui volto è il calco della faccia dell’artista. L’opera site specific Ho buona memoria, se da una parte sfida il senso di staticità, dall’altra trasuda smarrimento, la perdita di un punto di vista unico. Due realtà diverse che non trovano continuità di senso. L’artista stesso sottolinea l’aspetto enigmatico della sua operazione quando afferma che «l’ambiguità può essere uno strumento per mostrarcela a patto di subire e di perdere a sua volta ogni certezza e limpidità».
La scultura in bronzo patinato (255 cm x 145 x 50) si erge come una star, unica protagonista della mostra agostana, che ogni anno Poggiali e Forconi propone. «Il tutto bianco delle pareti e del tetto — spiega Lorenzo Poggiali — aggiunge enfasi all’opera di Barni, ancora una volta legata al tema del cervo, per l’artista sinonimo di ene rgi a e mov imento. È un’opera che suscita molte attese negli ambienti dell’arte concettuale che da anni seguono Barni e la sua poetica delle citazioni». Le origini di queste figure provengono dal Paleolitico e restituiscono, nel contemporaneo, lo sconvolgimento dello spazio. Durante la sua carriera Barni ha realizzato quadri separati che rappresentano cervi e uomini; ora li riunisce in una dimensione percettiva spaesante che restituisce l’incertezza dei nostri giorni. «Ho voluto mettere il dito nella ferita della nostra percezione di spazio e tempo» dice. Ho buona memoria è una nuova tappa nella teoria dei lavori in bronzo patinato che hanno per protagonista il medesimo viandante ( Atto Muto, Continuo, Passi sull’Europa, Noi).