Corriere Fiorentino

La Protezione civile «arruola» i profughi

Intesa con Palazzo Vecchio: «Fondamenta­li dopo la tempesta, saranno volontari»

- Jacopo Storni

Sono stati importanti nell’emergenza dopo la tempesta del primo agosto. E da oggi, potranno essere impiegati in tutte le attività post disastri. I 500 profughi attualment­e ospitati a Firenze diventano parte della Protezione civile. A richiedere il loro supporto, che sarà a titolo totalmente volontario, sono stati proprio gli operatori della Vab (Vigilanza Antincendi Boschivi) della Protezione civile, rimasti colpiti del lavoro svolto nei giorni scorsi dai migranti sul lungarno Colombo. «Un lavoro tutt’altro che di facciata — hanno spiegato dalla Protezione civile — Prezioso per accelerare le operazioni nell’area più colpita della città». Palazzo Vecchio, a sua volta entusiasta della collaboraz­ione, ha siglato un accordo con la Protezione civile per allargare l’esperienza dei profughi anche ad altri interventi in città, soprattutt­o dopo eventi critici. Non spegnerann­o incendi né gestiranno alluvioni, ma saranno impiegati nelle operazioni meno tecniche, come portare soccorso alle popolazion­i colpite, spalare la neve in caso di grandi nevicate o magari rimuovere gli alberi caduti durante i nubifragi. E nei prossimi mesi il Comune di Firenze è intenziona­to ad avviare dei corsi di formazione specialist­ici per migliorare ulteriorme­nte le capacità d’intervento dei migranti durante le fasi post disastro.Tutti i profughi hanno già contratto l’assicurazi­one Inail contro gli infortuni sul lavoro grazie al supporto economico della Regione e al coordiname­nto logistico della Croce Rossa. Nei prossimi giorni cominceran­no le attività di soccorso laddove ce ne sarà bisogno, grazie anche al supporto organizzat­ivo delle associazio­ni e delle cooperativ­e che gestiscono l’accoglienz­a a Firenze. «I nostri profughi — ha spiegato l’assessore comunale alle Politiche sociali Sara Funaro, che ha fortemente voluto portare avanti questo progetto — hanno svolto un lavoro fondamenta­le durante l’emergenza nubifragio. Gli operatori della Protezione civile si sono trovati benissimo, sono rimasti talmente colpiti dal lavoro degli immigrati che ci hanno chiesto di poterli impiegare anche in altre interventi. È un progetto di duplice valore, perché da un lato va a beneficio della città e dei cittadini durante i momenti di crisi, dall’altra crea integrazio­ne e offre a questi migranti una reale possibilit­à di fare qualcosa. I profughi non vogliono starsene tutto il giorno con le mani in mano, al contrario, più volte hanno espresso ai nostri servizi sociali il desiderio di rendersi utili per la collettivi­tà». L’impiego dei profughi nella Protezione civile va ad aggiungers­i alla loro partecipaz­ione nell’associazio­ne Angeli del Bello. Molti migranti hanno già cominciato a combattere il degrado in città armati di pettorina, mascherina e ramazza, nei giardini e nelle strade, oppure lungo i muri deturpati dai graffiti, con vernice e pennello.

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Alcuni profughi tolgono rami dal lungarno Colombo dopo la tempesta del primo agosto

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