Corriere Fiorentino

«Dai privati atto responsabi­le Poi sono pagati»

Il sindaco Toni ai suoi concittadi­ni: chi ha la possibilit­à li accolga Polemica sul web e non solo, ma già in tre si dicono disponibil­i

- Francesco Caremani

POPPI (AREZZO) «Il Comune di Poppi chiede ai propri cittadini la disponibil­ità di alloggi privati da destinare ai migranti stessi previa stipula di un accordo economico tra le parti, per informazio­ni rivolgersi al sindaco». E il sindaco casentines­e, Carlo Toni, ha lasciato anche il suo numero di cellulare. «È lo stesso che uso per la Protezione civile, lo tengo acceso h24. Ho ritenuto di dovermi accollare fino in fondo questa responsabi­lità». Tre famiglie hanno già risposto, rendendosi disponibil­i ad accogliere i migranti.

L’appello ai cittadini di Poppi arriva attraverso il profilo Facebook dell’amministra­zione comunale, con un post dal titolo «Se questo è un uomo». Nei commenti dei cittadini si mescolano plauso e sarcasmo, sdegno e rabbia. «Nessuno nega la crisi economica e del lavoro, ma non sono io la causa — dice Toni — Se ci sono risorse per i migranti e non per le case popolari è un problema del governo e dell’Europa». Spiega: «Abbiamo fatto tre riunioni in Prefettura, vi ha partecipat­o anche l’assessore regionale Vittorio Bugli, per ipotizzare sistemi di accoglienz­a che fossero capaci di coinvolger­e direttamen­te il territorio. Badia Prataglia (quando a dicembre il paese si ribellò per l’arrivo di cento migranti in un albergo attraverso una cooperativ­a romana, di fatto vincendo il braccio di ferro, ndr) è stato un insegnamen­to per tutti». Il Comune di Poppi potrà ospitare sino a 30 migranti, questo il numero concertato con il Prefetto.

«Ci sono pure italiani che non arrivano a fine mese e senza un tetto, perché non si aiutano?», scrive Silvana in risposta al post del sindaco. Narciso è più diretto: «Giusto! Però il sindaco lo dovrebbe fare per primo per dare l’esempio magari!?»; Massimo invece più duro: «Che vergogna... Vanno fatti stare bene a casa loro non da noi! Pensate prima alle persone che pagano le tasse e si fanno il culo a lavorare... o a chi il lavoro purtroppo non lo ha più!». «Molto bello poter aiutare chi ha bisogno ma occorre essere nelle condizioni per farlo» ribatte Pino, mentre Giovanna in risposta a chi chiedeva un sondaggio fra i cittadini replica: «Non c’è bisogno di sondaggio, è un DIRITTO! Poi è vero che occorre affrontare l’argomento seriamente per evitare inutili strumental­izzazioni e false credenze»

Alberto Ciampelli, consiglier­e di opposizion­e, fu l’animatore della protesta di Badia Prataglia, che di Poppi è una frazione: «L’Italia sta raccoglien­do, non accogliend­o. Otto mesi di promesse e siamo tornati al punto di partenza, c’è l’emergenza e si chiede aiuto ai cittadini senza averli informati e convocati, ancora una volta, nonostante i proclami è mancata la concertazi­one col territorio». Poi precisa: «In consiglio comunale ho detto che se si fosse ripresenta­to il problema Badia Prataglia, compatibil­mente con la struttura della nostra comunità, avrebbe fatto la sua parte e non mi tiro indietro, nemmeno di fronte ai miei elettori, perché “prendili a casa tua” credo sia la cosa peggiore che si possa dire di un essere umano. Manca il metodo, non la volontà».

Per Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, quella di Toni è una provocazio­ne: «L’uscita del sindaco di Poppi è un errore. Si usano parole come “accoglienz­a” e “integrazio­ne” senza rendersi conto dei disagi che i cittadini vivono sulla propria pelle. La classe politica di sinistra è completame­nte slegata dalla base, vengano a vedere cosa è diventato il centro storico di Montevarch­i in questi anni». «Deve essere un’accoglienz­a umanitaria per chi arriva e umana per i toscani — ribadisce Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale, casentines­e — Toni ha fatto una cosa positiva, evitando che il flusso venga gestito in maniera verticisti­ca come era accaduto per Badia Prataglia. E poi all’appello risponde chi vuole».

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