«Dai privati atto responsabile Poi sono pagati»
Il sindaco Toni ai suoi concittadini: chi ha la possibilità li accolga Polemica sul web e non solo, ma già in tre si dicono disponibili
POPPI (AREZZO) «Il Comune di Poppi chiede ai propri cittadini la disponibilità di alloggi privati da destinare ai migranti stessi previa stipula di un accordo economico tra le parti, per informazioni rivolgersi al sindaco». E il sindaco casentinese, Carlo Toni, ha lasciato anche il suo numero di cellulare. «È lo stesso che uso per la Protezione civile, lo tengo acceso h24. Ho ritenuto di dovermi accollare fino in fondo questa responsabilità». Tre famiglie hanno già risposto, rendendosi disponibili ad accogliere i migranti.
L’appello ai cittadini di Poppi arriva attraverso il profilo Facebook dell’amministrazione comunale, con un post dal titolo «Se questo è un uomo». Nei commenti dei cittadini si mescolano plauso e sarcasmo, sdegno e rabbia. «Nessuno nega la crisi economica e del lavoro, ma non sono io la causa — dice Toni — Se ci sono risorse per i migranti e non per le case popolari è un problema del governo e dell’Europa». Spiega: «Abbiamo fatto tre riunioni in Prefettura, vi ha partecipato anche l’assessore regionale Vittorio Bugli, per ipotizzare sistemi di accoglienza che fossero capaci di coinvolgere direttamente il territorio. Badia Prataglia (quando a dicembre il paese si ribellò per l’arrivo di cento migranti in un albergo attraverso una cooperativa romana, di fatto vincendo il braccio di ferro, ndr) è stato un insegnamento per tutti». Il Comune di Poppi potrà ospitare sino a 30 migranti, questo il numero concertato con il Prefetto.
«Ci sono pure italiani che non arrivano a fine mese e senza un tetto, perché non si aiutano?», scrive Silvana in risposta al post del sindaco. Narciso è più diretto: «Giusto! Però il sindaco lo dovrebbe fare per primo per dare l’esempio magari!?»; Massimo invece più duro: «Che vergogna... Vanno fatti stare bene a casa loro non da noi! Pensate prima alle persone che pagano le tasse e si fanno il culo a lavorare... o a chi il lavoro purtroppo non lo ha più!». «Molto bello poter aiutare chi ha bisogno ma occorre essere nelle condizioni per farlo» ribatte Pino, mentre Giovanna in risposta a chi chiedeva un sondaggio fra i cittadini replica: «Non c’è bisogno di sondaggio, è un DIRITTO! Poi è vero che occorre affrontare l’argomento seriamente per evitare inutili strumentalizzazioni e false credenze»
Alberto Ciampelli, consigliere di opposizione, fu l’animatore della protesta di Badia Prataglia, che di Poppi è una frazione: «L’Italia sta raccogliendo, non accogliendo. Otto mesi di promesse e siamo tornati al punto di partenza, c’è l’emergenza e si chiede aiuto ai cittadini senza averli informati e convocati, ancora una volta, nonostante i proclami è mancata la concertazione col territorio». Poi precisa: «In consiglio comunale ho detto che se si fosse ripresentato il problema Badia Prataglia, compatibilmente con la struttura della nostra comunità, avrebbe fatto la sua parte e non mi tiro indietro, nemmeno di fronte ai miei elettori, perché “prendili a casa tua” credo sia la cosa peggiore che si possa dire di un essere umano. Manca il metodo, non la volontà».
Per Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, quella di Toni è una provocazione: «L’uscita del sindaco di Poppi è un errore. Si usano parole come “accoglienza” e “integrazione” senza rendersi conto dei disagi che i cittadini vivono sulla propria pelle. La classe politica di sinistra è completamente slegata dalla base, vengano a vedere cosa è diventato il centro storico di Montevarchi in questi anni». «Deve essere un’accoglienza umanitaria per chi arriva e umana per i toscani — ribadisce Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale, casentinese — Toni ha fatto una cosa positiva, evitando che il flusso venga gestito in maniera verticistica come era accaduto per Badia Prataglia. E poi all’appello risponde chi vuole».