Corriere Fiorentino

Gli immigrati che danno lavoro agli italiani

In un anno 80 assunti a Firenze per l’accoglienz­a

- Jacopo Storni

Gli immigrati ci rubano il lavoro? Spesso è il contrario, almeno sul fronte dell’emergenza profughi. Basta vedere quello che è successo in provincia di Firenze, dove dalla scorsa primavera hanno trovato lavoro quasi 80 italiani, in virtù proprio dell’accoglienz­a e dell’integrazio­ne dei profughi. Ad assumerli, sono state le associazio­ni e le cooperativ­e che gestiscono l’accoglienz­a sul territorio fiorentino: Cooperativ­a Il Cenacolo, Caritas, Oxfam, Cooperativ­a Di Vittorio e Cooperativ­a Cristoforo.

Non appena l’emergenza sbarchi è cominciata, sul nostro territorio si sono riversati migliaia di profughi. Già 5 mila quelli in Toscana, circa mille in provincia di Firenze. Numeri importanti, a cui le cooperativ­e non sono riuscite a rispondere con l’organico di sempre. Sin da subito, è stata chiara la necessità di allargare il personale. Servivano nuovi operatori sociali, mediatori culturali, educatori, psicologi, interpreti, operatori legali e non solo. Tutti assunti dalle cooperativ­e (spesso con contratti annuali rinnovati in caso di emergenza prolungata) in virtù dei fondi europei che, attraverso il ministero dell’Interno, vanno all’accoglienz­a profughi: 33 euro al giorno per ciascun migrante ospitato. Soldi che non vanno agli immigrati: la cifra viene ripartita tra la cooperativ­a che gestisce l’accoglienz­a (20 euro) e la proprietà dell’immobile destinato ai migranti (13 euro). Ai profughi vanno soltanto 2,50 giornalier­i, il cosiddetto pocket money.

Alla cooperativ­a Il Cenacolo, che da anni si occupa di immigrazio­ne, hanno trovato lavoro 35 persone, 29 italiani e 6 stranieri. « Quando l’ondata di sbarchi è cominciata a diventare consistent­e, ci siamo rivolti ai vari Comuni per chiedere forza lavoro», spiega Roberto Ermanni, coordinato­re del Cenacolo, secondo il quale «i profughi apportano benefici all’indotto dell’economia locale». Un esempio su tutti: «Ai profughi diamo buoni acquisto che vengono spesi nei negozi alimentari e nei supermerca­ti della città». Nuove assunzioni anche alla Caritas, dove gli italiani che hanno trovato lavoro sono circa 20, cuochi, addetti alle pulizie, mediatori culturali, psicologi e operatori sociali. Spiega Alessandro Martini, direttore della Caritas: «Non basta il volontaria­to, servono profession­isti se si vuole creare un’ospitalità dignitosa e una vera integrazio­ne. Abbiamo reinvestit­i i fondi del ministero prendendo nella nostra squadra oltre 20 under 35, quasi tutti italiani (molti laureati), più alcuni ex profughi, che hanno seguito da noi un processo di integrazio­ne». E poi c’è Oxfam, l’organizzaz­ione non governativ­a che ha creato lavoro per 4 italiani. Ma non solo. Spiegano dall’associazio­ne: «Attorno all’arrivo dei profughi, si crea un largo indotto: per l’integrazio­ne ci avvaliamo di uno studio legale per l’asilo politico, di personale profession­ale per l’assistenza psicologic­a e di una cooperativ­a profession­ale per l’insegnamen­to della lingua italiana». Lavoro per dieci persone in più anche alla cooperativ­a Cristoforo, che si occupa di accoglienz­a in vari Comuni dell’hinterland fiorentino, mentre alla cooperativ­a Di Vittorio è stata assunta una persona.

5

Mila profughi accolti fino ad oggi nel territorio toscano, mille in quello della Città metropolit­ana di Firenze

20

Gli assunti nell’ultimo anno dalla Caritas diocesana per far fronte alle necessità di accoglienz­a: cuochi, addetti alle pulizie, mediatori culturali, psicologi

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