Ventuno arrivano a Prato, undici spariscono dopo 3 ore
In fuga verso il Nord Europa per ritrovare i familiari. Da oggi sessanta a Villa Basilewsky
Arrivati e ripartiti, con la speranza di raggiungere in qualche modo il nord Europa, dove li attendono amici o parenti. Dei ventuno migranti giunti ieri mattina a Prato, dieci — quasi tutti cingalesi e pakistani — sono stati assegnati alle case recentemente ristrutturate in via Roma, nella prima periferia della città, la cui gestione è stata affidata a Coop 22. Gli altri undici invece sono spariti all’ora di pranzo, tre ore dopo il loro arrivo. Tra loro ci sono uomini e donne che provengono dalla Siria, dal Sudan, dall’Eritrea e dal Ghana, arrivati nel nostro Paese dopo la traversata del Mediterraneo. Hanno spiegato di essere diretti «verso la Germania, la Norvegia, l’Olanda e il Belgio», poi sono scappati.
I ventuno profughi assegnati a Prato sono parte dei nuovi trecento profughi destinati in queste ore alla Toscana: i primi sono arrivati ieri, ma la maggior parte giungerà nella mattinata di oggi. I pullman messi a disposizione dal ministero dell’Interno li trasportano da Siracusa. Ottanta di loro saranno trasferiti a Firenze: venti saranno dislocati in varie strutture nell’hinterland, mentre sessanta andranno all’ex clinica Villa Basilewsky (immobile di proprietà della Regione) in via Lorenzo il Magnifico, a pochi passi dalla Fortezza da Basso, una parte della quale è tutt’ora adibita a Sert (ci saranno comunque due ingressi differenziati). I lavori degli operatori del Comune di Firenze e della Protezione civile per adibire la struttura, che era completamente vuota, sono andati avanti per tutta la giornata: dal ministero dell’Interno è arrivato un camion con dentro sessanta brandine per il soccorso pubblico. Nei primi giorni, l’accoglienza sarà gestita qui dalla cooperativa Il Cenacolo, ma dalla prossima settimana il testimone passerà alla cooperativa siciliana Albatros, che si è aggiudicata l’appalto di Palazzo Vecchio. Con i dieci profughi rimasti ieri a Prato, invece, sono saliti a quota 330 i profughi accolti in quel territorio provinciale. «Il sistema diffuso di accoglienza toscano ha ben funzionato per un anno, ma ora — spiega il vicesindaco pratese Simone Faggi — l’area metropolitana di Firenze e Prato sta cominciando a soffrire eccessivamente. È necessario che il sistema di accoglienza nazionale sia a questo punto rivisto integralmente e allo stesso modo la Regione cominci distribuire diversamente gli arrivi».