E Lippi: «Paulo un allenatore nato»
Prandelli: «Può lavorare senza stress». Conte: «Esempio per tutti»
Un coro di complimenti. Da tifosi di altre squadre, addetti ai lavori e anche allenatori. Si è svegliata così la Fiorentina di Paulo Sousa, prima in classifica e improvvisamente sulla bocca di tutti . Non male per una squadra che in passato (anche recente) faticava a guadagnare l’attenzione mediatica, sempre indirizzata verso le stesse formazioni. Quelle più abituate a vincere. Ora, però, il vento sembra cambiato. E a dimostrarlo è proprio il ct Conte, che appena seduto nell’aula magna di Coverciano inizia a parlare spontaneamente della Fiorentina. «È un esempio per tutto il movimento italiano, grazie anche a loro il campionato è così frizzante. I viola sono la dimostrazione che lavoro e organizzazione possono portare i risultati».
Ma non è finita qui, perché il termine «Fiorentina», Conte, lo infila davvero in quasi tutte le risposte sul campionato di serie A. A dimostrazione che davvero qualcosa sta cambiando, anche in maniera imprevista: «D’altronde — continua — è la vera sorpresa della stagione, nessuno si sarebbe mai aspettato un inizio così. Soprattutto dopo la diffidenza iniziale, verso il mercato e il cambio di allenatore». Ed anche su Sousa, il ct, sembra aver le idee chiare: «Avevo capito che sarebbe diventato un allenatore fin dai tempi della Juve, aveva già un’idea tattica ben definita». Ma da questa squadra che «darà noia fino alla fine del campionato a tanti» Conte può pescare ben poco ( c’è solo Astori tra i convocati), visto l’infortunio di Pasqual e la condizione di Rossi («Lo aspettiamo, ha voglia di rifarsi anche in azzurro»).
Pochi italiani in campo ma un’identità già precisa. Anche grazie a Sousa, vero artefice dell’exploit viola secondo uno che in carriera ha vinto tutto, compresa la Coppa del Mondo: «Parlavamo spesso delle nostre idee di gioco — ricorda Lippi ai microfoni della Rai — lui credeva in un centrocampo molto aggressivo e ora sono contento di vedere questa sua teoria applicata in campo». Da un ex ct ad un altro, che sulla panchina azzurra ha vissuto più dolori che gioie. Prandelli, però, conosce meglio dei suoi due colleghi la Fiorentina, per questo sa cosa vuol dire sognare a Firenze: «Meritano il primato, è straordinario — racconta a Radio Onda Libera — vedere l’entusiasmo di una piazza così passionale, la squadra può trovare continuità anche perché la società lascia lavorare senza interferenze l’allenatore. Questa è la ricetta». Giusta o sbagliata lo dirà solo il tempo, anche perché la strada è ancora lunga. «L’entusiasmo da miracolo» nominato da Lippi può essere una situazione difficile da gestire, anche a causa degli avversari e lo stesso Conte lo ricorda più volte: «Auguro ai viola di continuare così, anche se alla fine emergeranno i vecchi valori». Alla Fiorentina il compito di smentirlo.
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