Corriere Fiorentino

L’OCCASIONE PER TORNARE EUROPEI

- di Monica Barni* *vicepresid­ente Regione Toscana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Caro direttore, il disegno di legge Cirinnà sembra iniziare il proprio iter parlamenta­re. Un testo certamente perfettibi­le, frutto di numerose mediazioni, ma finalmente qualcosa di concreto, che può riportare il nostro Paese in una dimensione europea. È avvilente per il «Paese della Cultura» essere fanalino di coda in materia di diritti civili e libertà personali, tanto da meritare la censura della Corte di Strasburgo, che lo scorso anno ha sanzionato l’Italia per la violazione dell’articolo 8 della Convenzion­e europea sui diritti dell’uomo a causa della discrimina­zione operata nei confronti delle coppie dello stesso sesso. Mi auguro che questo testo di legge non debba registrare ulteriori arretramen­ti, in ragione di una campagna mediatica spesso distorta che ha portato l’attenzione su temi non compresi nel disegno di legge quali la gestazione per altri (il cosiddetto utero in affitto), con ciò mettendo a repentagli­o un istituto — quello della stepchild adoption — finalizzat­o a proteggere e tutelare i figli delle «famiglie arcobaleno» (in Toscana si stima che siano più di 50 coppie con altrettant­i bambini), a garantire loro una continuità affettiva con coloro che con amore li hanno cresciuti. Istituto che, giova sempre ricordare, è già previsto nel nostro ordinament­o fin dal 1983, sebbene sia ad oggi applicabil­e solo a coppie eterosessu­ali. Certo si tratta di temi sensibili, che possono suscitare dubbi e timori. Ma non possiamo dirci un Paese civile se, in nome di chissà quali anacronist­ici spettri, discrimini­amo tra le diverse forme di amore e di famiglia, non riconoscen­done la dignità; se riteniamo che i figli (ormai numerosi) delle coppie arcobaleno non meritino le medesime garanzie degli altri bambini e ragazzi, facendo sì che continuino ad esserci figli e figliastri in relazione ai tipi di genitori. Spiace anche che si strumental­izzi, dandone una lettura faziosa, una sentenza della Consulta, piegandola per arrivare ad affermare che le coppie dello stesso sesso o comunque le famiglie non possano essere messe sullo stesso piano delle altre, in termini sia di diritti che di doveri. La Costituzio­ne, in realtà, afferma che occorre garantire i diritti inviolabil­i dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit­à. E che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzion­i. Ritengo — e non sono la sola — che la nostra Carta costituzio­nale vada letta in relazione ai tempi ed ai contesti culturali. Il disegno di legge Cirinnà, nella sua forma attuale, è ancora lungi dal realizzare una reale parità, ma rappresent­a comunque un segnale importante, una base di partenza, una occasione da non perdere. Ecco perché plaudo al fatto che il Consiglio regionale della Toscana, nella seduta del 21 gennaio, abbia approvato, sebbene a maggioranz­a, una mozione a sostegno del disegno di legge. Ecco inoltre perché credo che sia assolutame­nte importante l’appuntamen­to in moltissime piazze italiane, e toscane, per manifestar­e a favore dei diritti delle persone lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgende­r e intersessu­ali).

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Monica Barni

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