Si cercano volontari anti-meningite La campagna a Firenze e a Empoli
Da febbraio indagine della Regione (anche sui portatori sani) per capire le cause del boom
La meningite fa paura. E la Regione Toscana risponde con un’indagine a tappeto, scatenando gli Sherlock Holmes dell’epidemiologia, per trovare le tracce seminate dal meningococco C, scoprire i focolai di infezione e i sentieri del contagio. Ieri pomeriggio, durante una riunione informale di esperti che si è tenuta all’assessorato della salute di via Alderotti, si è discusso dei protocolli di due indagini che partiranno a metà febbraio.
La prima sarà una ricerca epidemiologica sulle persone colpite dal meningococco C, per ricostruire in modo puntiglioso i luoghi che hanno frequentato nei giorni del contagio e per fare tamponi faringei alle persone venute in contatto loro. Così da ricostruire il percorso fatto dal batterio.
La seconda, mai fatta prima in Toscana, ha un orizzonte più ampio: indagare, attraverso il tampone faringeo, sulla distribuzione dei portatori sani del meningococco C, con l’obiettivo di individuare le zone, le quantità, le età delle persone che hanno preso il batterio ma non si sono ammalate, per poi, eventualmente, intervenire con specifici programmi di profilassi. Almeno nelle prima fase non è prevista la creazione di un campione di potenziali portatori sani da chiamare negli ambulatori: «Si partirà con le persone che verranno a farsi il vaccino — spiega l’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi — . A chi ci darà il consenso faremo anche il tampone».
Successivamente, potrebbe essere valutata l’ipotesi di creare un gruppo di riferimento da convocare negli ambulatori. Per entrambe le indagini sono state prese come riferimento le aree corrispondenti alle vecchie Asl di Firenze e Empoli. Una scelta quasi scontata, quest’ultima: «La meningite effettivamente su Empoli ha picchiato forte», dice Saccardi, ricordando che la maggior parte dei casi di infezione da meningococco è stata registrata in quella zona.
La terza area, quella di controllo, usata come metro di paragone, sarà scelta tra quelle Asl in cui non sono stati registrati casi di meningite da ceppo C: Siena, Livorno o Grosseto (sempre che non venga confermato che la ragazza di 15 anni proveniente dalla provincia di Grosseto e ricoverata ieri a Siena non sia stata infetta dal meningococco di ceppo C). I laboratori che eseguiranno le analisi sono quelli delle Aziende ospedaliere universitarie di Careggi e del Meyer.
Dall’inizio del 2015, sono 34 i casi di meningite di sierotipo C registrati in Toscana (35 se si aggiungerà il caso di ieri a Grosseto). Dall’inizio di questo gennaio, invece, nella regione si sono verificati 6 casi di meningite: 3 da meningococco C, 1 da meningococco B, 1 di tipo W e quello di ieri ancora da classificare. Al 31 dicembre scorso, la campagna straordinaria di vaccinazione con il siero tetravalente (efficace per il meningococco A,C, W e Y) parla di 229.373 toscani che si sono sottoposti all’infezione, malgrado l’obiettivo dichiarato sia 900 mila. Oltre che agli ambulatori Asl, il vaccino viene somministrato anche dalla maggior parte dei pediatri e medici di famiglia: i pediatri che hanno aderito alla campagna sono il 72,8 per cento, i medici il 65,6 per cento.