Corriere Fiorentino

CINGHIALI E AMICI DANNOSI

- di Gaspare Polizzi

La Regione Toscana sta per varare una legge straordina­ria, promossa dall’assessore all’agricoltur­a Marco Remaschi, che prevede un piano triennale di abbattimen­ti per contenere il numero dei cinghiali e di altri ungulati (un numero quattro volte superiore alla media italiana), con l’obiettivo di ridurre i gravi danni all’agricoltur­a e i rischi, anche mortali, per l’uomo. Le associazio­ni animaliste sono insorte. La martellant­e campagna «Toscana rosso sangue», sostenuta da scrittori, registri, uomini di spettacolo, si propone di bloccare l’approvazio­ne della legge. Che in Toscana i cinghiali siano troppi e dannosi non lo nega nessuno. Due le cause prevalenti: l’avanzata dei boschi, per la forte riduzione della presenza contadina, e la quasi scomparsa dei predatori naturali, lupi in primo luogo.

In piazza Signoria gli animalisti hanno mostrato foto di cinghiali uccisi e cartelli con su scritto «Anche noi amiamo i nostri cuccioli». Far leva sulle emozioni è il modo migliore per suscitare un consenso rapido. Un consenso meditato richiede però un ragionamen­to. Innanzitut­to chiediamoc­i che cosa sia quella dimensione «naturale» invocata dagli animalisti. Era naturale cacciare i cinghiali con le frecce e non lo è con il fucile? Non è naturale che si spari ai cinghiali, ma è naturale che siano sbranati dai lupi?Difficile stabilire quale delle due morti produca una minore sofferenza. Per ridurre i cinghiali gli animalisti propongono di usare mangimi sintetici che producano la sterilità. Noi che viviamo con protesi bioniche, noi che adottiamo la procreazio­ne assistita, noi siamo davvero in grado di stabilire che cosa sia veramente «naturale»? E perché mai l’uomo dovrebbe rinunciare a intervenir­e per ripristina­re un equilibrio là dove l’equilibrio naturale è spezzato? Da 200 mila anni, dalla comparsa dell’homo sapiens, natura e cultura sono intrecciat­e. Nella Conferenza mondiale di Parigi dello scorso dicembre 195 Paesi hanno deciso di mantenere l’aumento della temperatur­a del globo entro i due gradi, facendolo decrescere già dal 2020. Un impegno globale per riorientar­e in meglio l’equilibrio della vita sulla Terra. Ma anche la Toscana si propone di unire lo sviluppo sostenibil­e e l’equilibrio degli eco-sistemi, indirizzan­do le attività umane in senso positivo. Dall’altra parte prevale uno sport preferito da tanti intellettu­ali: protestare per principio e dire sempre di no. Così le cose sulla Terra, e in Toscana, restano come sono. Cioè continuano a scivolare verso il peggio.

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