La stanza dei bimbi da proteggere
In questura un’area per l’ascolto dei minori vittime di violenza, con giochi e colori anti trauma
Micillo I più piccoli non devono capire di trovarsi in un posto di polizia
Una stanza dedicata all’ascolto dei bimbi e delle donne vittime di violenze e abusi. Inaugurata ieri nella questura di Firenze, è stata realizzata in un locale sul retro dell’edificio. Vi si accede da un ingresso autonomo che si trova sotto i portici di via San Gallo: un’accortezza per evitare che i più piccoli abbiano la sensazione di essere in un ufficio di polizia. Tinte pastello, stencil alle pareti e ai vetri delle finestre, sedie e tavolini a misura di bimbo e scaffali con libri e giocattoli.
Tutto l’ambiente è costruito per mettere a suo agio il bambino, come se fosse in una classe di asilo. L’obiettivo è di evitargli il più possibile ogni tipo di stress psicofisico, che può incidere sulla qualità dei ricordi, e facilitare così la raccolta delle dichiarazioni. A un osservatore attento non sfuggono le due telecamere piazzate sul soffitto col compito di registrare le audizioni, pilotate da una sala di regia adiacente. I bimbi saranno sempre ascoltati alla presenza di un esperto in psicologia infantile, come previsto dalla legge, e da operatori specializzati di polizia giudiziaria.
La sala è stata finanziata dal Ministero della Pari Opportunità e dal Comune di Firenze. È stata creata nell’ambito del progetto «Agave actions against violence», sviluppato dalla polizia insieme ai servizi sociali del Comune di Firenze, all’assessorato comunale al Welfare e a quello delle Pari opportunità, all’associazione Artemisia Onlus e all’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi. Gli arredi sono stati forniti dal Rotary Club Firenze Nord, i giochi dal negozio La Città del Sole. «La nostra intenzione è stata quella di preparare un ambiente che si presti in modo dignitoso ad accogliere bimbi che si trovano in situazioni difficili» ha affermato il questore di Firenze Raffaele Micillo. «In casi del genere — ha detto nel suo discorso in occasione dell’inaugurazione — i più piccoli vanno trattati con tutte le cautele possibili, non devono capire di trovarsi in un ufficio di polizia».
La stanza dell’ascolto è stata intitolata a Iqbal Masih, bambino pakistano venduto dalla famiglia a dei fabbricanti di tappeti che lo costrinsero a lavorare per oltre 12 ore al giorno incatenato a un telaio, divenuto simbolo delle lotta con- tro lo sfruttamento infantile. Nel locale si terranno le audizioni protette non solo dei bambini ma anche delle donne vittime di reati come maltrattamenti e violenze sessuali. «Questo luogo è di un’importanza fondamentale — ha detto il vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi — perché testimonia attenzione e delicatezza verso i più piccoli e i più fragili, qualità che si uniscono all’incisività dell’azione delle forze dell’ordine».