Vamos, vamos, Fiorentina
La colonia Con Zarate e Costa, gli argentini in viola salgono a quattro ma potrebbe non essere finita qui Mammana e Lisandro restano nel mirino per dire addio definitivamente al calcio palleggiato alla spagnola
Magari sarà perché la Bombonera, forse lo stadio più famoso di Buenos Aires, è ispirato proprio al Franchi di Firenze. Oppure perché il più grande attaccante della storia viola parlava con quella cadenza inconfondibile che all’orecchio dei tifosi della Fiorentina provoca sempre un tremendo «effetto nostalgia». Di motivi insomma sembrano proprio essercene parecchi per spiegare quel feeling naturale che, almeno per quanto riguarda il calcio, non manca di certo fra Firenze e l’Argentina.
Dicevamo dell’accento, lo stesso dei nuovi arrivi Tino Costa e Mauro Zarate («Sono arrivato in una grande squadra, adesso tocca a me», ha detto ieri a violachannel.tv). che troveranno nello spogliatoio viola due ciceroni come Gonzalo Rodriguez e Facundo Roncaglia. Questo, per restare ai tempi di oggi, Perché se invece si preferisce andare indietro nel tempo, allora non mancano gli esempi illustri. Dall’inimitabile Gabriel Omar Batistuta a Daniel Passarella, da Daniel Bertoni a Miguel Montuori: che si guardi agli anni ‘50 oppure alla squadra di oggi insomma il filo bianco-azzurro non manca mai, quello delle bandiere argentine, che c’è da scommetterci torneranno prestissimo a sventolare anche al Franchi.
«Vamos, vamos Fiorentina», dunque, con la maglia viola sempre più sudamericana e succursale di quella albiceleste. E la nutrita colonia potrebbe perfino allargarsi a breve viste le trattative per Lisandro Lopez e Mammana (entrambi difensori) che i viola hanno messo nel mirino da tempo. In fondo, per prendersi la maggioranza nello spogliatoio viola, basta pochissimo. Giusto un altro connazionale, per portare a cinque il numero degli argentini e superare il non poi così tanto nutrito gruppo degli italiani (4) e degli spagnoli (4) che però con i probabili addii di Verdù e Suarez sembrano destinati a perdere peso. Dal flamenco della Fiorentina Olé al tango di quella di Sousa, il recente passato insomma appare sempre più lontano. E la questione non è solo un gioco delle bandierine. Anzi, il cambio di rotta nel mercato viola, la ricerca di giocatori argentini (oppure uruguayani che per caratteristiche calcistiche non sono poi così distanti) non appare affatto casuale. Il carattere decisamente ruvido (quando si parla di stare in campo) degli eredi di Batistuta e Maradona, e la loro naturale adattabilità al calcio italiano sembrano proprio fare al caso di Paulo Sousa, il cui calcio è decisamente più speculativo che appariscente del tiki-taka delle ultime stagioni viola.
Argentina, dunque, la traccia biancoceleste nel mercato viola appare sempre più evidente, nonostante la Fiorentina abbia comunque bisogno di tesserare anche italiani per rispettare le nuove norme varate dalla Figc. Ma il radar viola, grazie al lavoro dell’ex udinese Angeloni e di Pradè continua a monitorare il calcio sudamericano alla ricerca di talenti da far crescere o giocatori già pronti per cercare di aiutare Paulo Sousa nella seconda parte della stagione. In fondo anche l’allenatore scegliendo Gonzalo come capitano, aveva aperto la strada. A Costa e Zarate il compito di renderla ancora più vincente.