Unioni civili, la sveglia della Toscana
Oltre duemila a Firenze. Tanti sindaci in piazza, Nardella no: rappresento tutti
Palloncini, musica, facce colorate, ma anche diversità di posizioni nel Pd da una parte; preghiera e raccoglimento dall’altra. La Toscana ha vissuto la giornata di mobilitazione a favore o contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili e le adozioni dei figli del partner.
Firenze È stato l’epicentro della giornata, con circa 1.500 in festa in piazza della Repubblica nel pomeriggio e i fedeli in preghiera nell’affollata basilica della Santissima Annunziata. In centro si sono dati appuntamento ragazzi, esponenti dei sindacati, delle associazioni, tra sveglie, cartelli, musica, bandiere arcobaleno e un paio di Sel, sindaci con la fascia tricolore e qualcuno (Carmignano, Campi Bisenzio e Calenzano) con anche il Gonfalone al seguito, tutti uniti dallo slogan #svegliatItalia. Per Palazzo Vecchio, come annunciato c’erano cinque assessori, ma non il sindaco Dario Nardella. Che ha spiegato: «Non partecipo a nessuna delle opposte manifestazioni di questi giorni perché su un tema così delicato credo che il sindaco debba cercare di rappresentare tutta la sua comunità, pur esprimendo le proprie idee». E nel merito ha aggiunto: «La legge non è più rinviabile e condivido l’impianto del ddl Cirinnà. L’unione civile non va equiparata al matrimonio. Sono contrario alle adozioni di minori da parte di coppie omosessuali, ma condivido l’adozione da parte del compagno o compagna del genitore biologico». Per il presidente della Toscana, Enrico Rossi, che era in piazza, invece «Chi è qui vuole vedere approvata la legge così come è, senza ribassi». Alla veglia di preghiera «in difesa della famiglia e della vita» persone di tutte le età: «Non preghiamo contro qualcuno, ma per: per la famiglia, i nostri figli, il matrimonio che non può essere confuso con altro, per i nostri politici affinché si illuminino i loro cuori e le loro menti», ha detto padre Alessandro Greco. Alla veglia non c’era il cardinale Giuseppe Betori e il suo portavoce ha sottolineato: «L’arcivescovo si è più volte espresso con estrema chiarezza sul matrimonio e le unioni civili nelle sue omelie, che sono l’ambito
proprio dell’insegnamento di un vescovo. Il pensiero e le parole del cardinale collimano perfettamente con quelle del Papa, la sua posizione coincide in tutto con quella del Santo Padre».
Arezzo Tanti hanno inalberato i cartelli «è ora di essere civili» e dopo il conto alla rovescia alle 16,30 in punto le sveglie sono state fatte suonare insieme. Piazza San Jacopo affollata di cittadini, giovani e politici del centro-sinistra, con la soddisfazione dell’Arcigay che non si attendeva tanta gente.
Massa C’è anche chi ha offerto qualche «chiacchiera», tipici dolci di carnevale versiliesi, con lo slogan: « Basta chiacchiere, è ora di diritti». Circa trecento le persone che con le sveglie in mano hanno partecipato alla manifestazione in piazza del Mercato fino al momento in cui le sveglie hanno iniziato a suonare, in una piazza allegra. Poi gli interventi di autorità e cittadini, pronti a raccontare la propria storia d’amore, fino all’abbraccio di tutti i partecipanti.
Livorno Non c’era il sindaco Filippo Nogarin che ha preferito mandare in piazza Attias la vicesindaco Stella Sorgente. Anche qui circa trecento persone e a sorpresa l’assessora
alle pari opportunità del Comune di Pisa Maria Luisa Chiofalo che insieme a Sorgente ha ricevuto la bandiera arcobaleno.
Lucca e Viareggio Tanta gente a Lucca (più di 600), per un corteo che ha attraversato il centro storico, in un clima allegro e pieno di giovani. In corteo anche la vicesindaco di Lucca Ilaria Vietina. Presidio anche a Viareggio, in piazza Mazzini organizzato dal direttore di Gay.it Alessio De Giorgi: tra i manifestanti l’assessore comunale Valter Alberici.
Pisa Il tam tam sui social network ha portato in piazza XX settembre persone di tutte le età, cittadini senza bandiere. Una quarantina gli interventi, tutti con le classiche sveglie o alla peggio con gli smartphone attivati per suonare alla stessa ora proprio di fronte al palazzo comunale.
Siena In piazza del Campo il pomeriggio ha visto la manifestazione con un centinaio di persone delle «Sentinelle in piedi», in difesa della famiglia tradizionale e contro il ddl Cirinnà, tenendo in silenzio un libro in mano. «La nostra — ha spiegato Giampaolo Bianchi, uno dei promotori — è una protesta non violenta per contrastare comportamenti contro natura». A osservare i manifestanti un piccolo gruppo di contestatori, controllati dalla forze dell’ordine, che ha interrotto il silenzio con slogan.
(hanno collaborato Cinzia Colosimo, Manuela D’Angelo, Simone Dinelli, Simone Lanari, Aldo Tani, Paolo Vannini)
Nelle altre città A Livorno assessori grillini e pisani del Pd insieme Non c’era Nogarin
Il fronte del no In piazza del Campo le «Sentinelle in piedi» Santissima Annunziata gremita per la veglia