Corriere Fiorentino

I destini incrociati (con i cambi di rotta) di Matteo e Dario

Uno al Family day 2007, l’altro cresciuto nei Ds. E oggi...

- SEGUE DALLA PRIMA Claudio Bozza claudio.bozza@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Radici diverse, che oggi, su una questione etica come quella della legge Cirinnà, hanno avuto evoluzioni discordi rispetto a quanto si poteva prevedere dieci anni fa.

Era il 2007 quando l’allora margheriti­no Renzi,p residente della Provincia, partecipò al Family day contro i «Dico» del governo Prodi, versione oltretutto pallida delle attuali unioni civili: «Non ritengo quella delle coppie di fatto una questione prioritari­a su cui stare mesi a discutere per poi trovare una faticosa mediazione. Mi sembra un controsens­o rispetto alle vere urgenze del Paese», disse Renzi in un’intervista ad Avvenire. Nove anni più tardi, arrivato a Palazzo Chigi e con l’Italia fanalino di coda in Europa, la legge sulle unioni civili è però diventata una priorità assoluta per il governo: «È un tema etico, ognuno avrà massima libertà di voto. Ma per me questa legge va avanti così,

stepchild adoption inclusa». «È un cambiament­o sì importante, ma dettato anche dal pragmatism­o di chi è diventato uomo di governo e ha il dovere di regolare una situazione oggi senza regole», racconta chi conosce Renzi da sempre.

Nove anni fa, però, nella piazza anti «Dico» non c’era Nardella, che oltretutto era consiglier­e giuridico del ministro Chiti (cattolico e suo maestro), con Prodi premier.

Crescendo, politicame­nte e anagrafica­mente, capitano e gregario

Il premier nove anni fa Le coppie di fatto? Non sono un’urgenza per il Paese e non vale stare mesi a discuterci

sono però cambiati. Se Renzi ha quasi ribaltato la sua prospettiv­a sulle unioni omosessual­i, il cammino di fede di Nardella gli ha fatto maturare più di un dubbio in materia. In entrambi i casi, questi cambiament­i sono stati condiziona­ti non solo dalla politica, ma soprattutt­o da esperienze personali. Per Renzi ha significat­o molto l’incontro con Alessia Ballini, assessore in Provincia e pasionaria della sinistra Ds sui diritti civili, scomparsa nel 2011 e con la quale l’attuale premier legò moltissimo.

Come per ogni politico, però, su un tema etico così importante non pesa poco il pensiero delle rispettive mogli, entrambe profondame­nte cattoliche. La first lady Agnese, anche se è impossibil­e ottenere qualsiasi tipo dichiarazi­one, sarebbe contraria al disegno di legge Cirinnà, adozioni comprese. E dubbi ne avrebbe anche Chiara Lanni, cresciuta nella sinistra giovanile, ma oggi ciellina convinta.

Ieri, probabilme­nte anche per evitare frizioni con la Curia fiorentina (termometro a cui Nardella è piuttosto sensibile), il sindaco non ha partecipat­o alla manifestaz­ione in piazza della Repubblica, dove ha però inviato cinque assessori (senza fascia). E chissà cosa avrebbe fatto il Renzi sindaco, che con il cardinal Betori era entrato più volte in rotta di collisione?

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Firenze
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Viareggio
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Massa
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A sinistra: il sindaco Nardella Sotto: il premier Renzi con Anna Paola Concia

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