I destini incrociati (con i cambi di rotta) di Matteo e Dario
Uno al Family day 2007, l’altro cresciuto nei Ds. E oggi...
Radici diverse, che oggi, su una questione etica come quella della legge Cirinnà, hanno avuto evoluzioni discordi rispetto a quanto si poteva prevedere dieci anni fa.
Era il 2007 quando l’allora margheritino Renzi,p residente della Provincia, partecipò al Family day contro i «Dico» del governo Prodi, versione oltretutto pallida delle attuali unioni civili: «Non ritengo quella delle coppie di fatto una questione prioritaria su cui stare mesi a discutere per poi trovare una faticosa mediazione. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del Paese», disse Renzi in un’intervista ad Avvenire. Nove anni più tardi, arrivato a Palazzo Chigi e con l’Italia fanalino di coda in Europa, la legge sulle unioni civili è però diventata una priorità assoluta per il governo: «È un tema etico, ognuno avrà massima libertà di voto. Ma per me questa legge va avanti così,
stepchild adoption inclusa». «È un cambiamento sì importante, ma dettato anche dal pragmatismo di chi è diventato uomo di governo e ha il dovere di regolare una situazione oggi senza regole», racconta chi conosce Renzi da sempre.
Nove anni fa, però, nella piazza anti «Dico» non c’era Nardella, che oltretutto era consigliere giuridico del ministro Chiti (cattolico e suo maestro), con Prodi premier.
Crescendo, politicamente e anagraficamente, capitano e gregario
Il premier nove anni fa Le coppie di fatto? Non sono un’urgenza per il Paese e non vale stare mesi a discuterci
sono però cambiati. Se Renzi ha quasi ribaltato la sua prospettiva sulle unioni omosessuali, il cammino di fede di Nardella gli ha fatto maturare più di un dubbio in materia. In entrambi i casi, questi cambiamenti sono stati condizionati non solo dalla politica, ma soprattutto da esperienze personali. Per Renzi ha significato molto l’incontro con Alessia Ballini, assessore in Provincia e pasionaria della sinistra Ds sui diritti civili, scomparsa nel 2011 e con la quale l’attuale premier legò moltissimo.
Come per ogni politico, però, su un tema etico così importante non pesa poco il pensiero delle rispettive mogli, entrambe profondamente cattoliche. La first lady Agnese, anche se è impossibile ottenere qualsiasi tipo dichiarazione, sarebbe contraria al disegno di legge Cirinnà, adozioni comprese. E dubbi ne avrebbe anche Chiara Lanni, cresciuta nella sinistra giovanile, ma oggi ciellina convinta.
Ieri, probabilmente anche per evitare frizioni con la Curia fiorentina (termometro a cui Nardella è piuttosto sensibile), il sindaco non ha partecipato alla manifestazione in piazza della Repubblica, dove ha però inviato cinque assessori (senza fascia). E chissà cosa avrebbe fatto il Renzi sindaco, che con il cardinal Betori era entrato più volte in rotta di collisione?