Corriere Fiorentino

IL VENTO PERDUTO DI QUEL 1974

- SEGUE DALLA PRIMA Paolo Ermini

Altri Paesi occidental­i si sono già incamminat­i lungo questa strada, concedendo entrambe le possibilit­à. Ma in Italia sembra invece prevalente un orientamen­to doppiament­e contrario, non solo tra le file dei credenti. Così dicono i sondaggi che rivelano al tempo stesso una maggioranz­a di opinioni favorevoli al varo di una legge per i gay. Non c’è da stupirsene in un Paese nel quale due omosessual­i non possono ancora assistersi reciprocam­ente in una corsia d’ospedale oppure lasciarsi i loro beni in caso di morte. Come se dal basso salisse un messaggio semplice e chiaro: procedete senza forzature; non sacrificat­e un risultato prezioso per fare un en plein che solo gli ultras del laicismo ritengono irrinuncia­bile; pensate a chi di quei diritti ha bisogno e non a chi ne fa arma di propaganda.

Se saranno approvati gli emendament­i al disegno di legge Cirinnà messi a punto in questi giorni per superare eventuali obiezioni di incostituz­ionalità, senza sovrapposi­zioni fra unioni civili e matrimoni classici (tutelati dalla nostra Carta), avremo un testo in grado di ottenere in Parlamento un sì ampio , tranne che sull’articolo che riguarda le adozioni. Perché tirare dritto senza un supplement­o di riflession­e comune? In una conferenza tenuta a Firenze, ieri Paolo Mieli ha detto che sarebbe bello (e utile) far ripartire la ruota delle idee. Cioè la predisposi­zione a uscire dalle trincee contrappos­te, a non considerar­e immutabili le proprie convinzion­i, ad aprirsi a un confronto non di facciata, coltivando quella cultura del dubbio e del rispetto che è il sale delle democrazie vere. Ma che sicurament­e poco traspariva dal sit-in che ha animato per un pomeriggio il cuore di Firenze. Peccato.

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