I no di Gattuso
La B, le voci di un addio. E Ringhio si smarca dal progetto «college»
Pisa sogna la B, ma Ringhio duella col nuovo patron
Il tackle è sempre stata la sua specialità. Nei momenti più delicati arrivava il ringhio sulle caviglie avversarie, seguito dall’arringa al pubblico. Dopo una vita da mediano, ed era il migliore, ora fa l’allenatore — dimostrando di avere stoffa — ma non ha perso l’abitudine, Gennaro Gattuso. Nel momento clou della stagione, con il suo Pisa ad un passo dalla finale play-off per la promozione in serie B (dopo aver stracciato domenica il Pordenone 3-0 il ritorno di domenica prossima in Friuli sembra una formalità), entra duro.
Contro la sua società: «Nei giorni scorsi — si legge in una nota dei suoi avvocati — diversi media hanno diffuso la notizia della presentazione del progetto Pisa Football College, indicando l’attuale allenatore della prima squadra AC Pisa 1909 come uno dei testimonial dell’iniziativa. Venuto a conoscenza di tali circostanze, il signor Gennaro Ivan Gattuso intende sottolineare la propria totale estraneità al progetto, che né in qualità di testimonial né ad alcun altro titolo lo vede coinvolto». Una presa di distanza forte nei confronti del programma — una Academy che coniughi sport e istruzione per i baby calciatori — su cui ha puntato tutto a livello di immagine Fabio Petroni, presidente e azionista di maggioranza nerazzurro. Un segnale chiaro, di rottura.
Già domenica dopo la sbornia di gol all’Arena Anconetani, Ringhio aveva seminato qualche indizio di un malumore crescente: «Non è tutto rose e fiori». Che qualcosa non andasse con i nuovi soci, entrati nel club nello scorso dicembre, lo si era già intuito quando senza giri di parole Gattuso disse che lui aveva una visione diversa nel fare calcio. E ora ecco la stroncatura netta di quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’impegno nel pallone di Terravision, leader dei bus low-cost negli aeroporti e subentrata al fianco di Lucchesi che a fine estate aveva rilevato il Pisa dal vecchio proprietario Battini. Evidentemente nella convivenza qualcosa non ha funzionato. Tanto che ritornano in mente le voci uscite tempo fa su un futuro di Gattuso lontano da Pisa, addirittura in Kazakistan: lo vogliono per guidare la nazionale ed un movimento che vuole sfruttare l’ascesa economica.
Rino non avrebbe paura a ripartire dalla periferia: come ha fatto a 17 anni quando andò a giocare in Scozia, o dopo la brutta malattia agli occhi, senza dimentica la scelta pisana della Lega Pro. Ma le offerte non mancano anche dalla Championship inglese e dalla nostra serie B. Dove però vorrebbe arrivare col Pisa, che ha scommesso su di lui e a cui è legatissimo: anche la famiglia si trova a meraviglia in una città che lo ha già eletto a suo trascinatore. Il 20 agosto erano in 300 ad accoglierlo nell’afa estiva, a 10 giorni dall’inizio del campionato. Senza preparazione e con una squadra stravolta in una settimana e poi ulteriormente nel mercato di gennaio, il traguardo, nove mesi più tardi, è ad un passo.
Il tempo di gestazione di un allenatore che non era mai stato nelle condizioni di poter dimostrare di non essere solo il campione del Mondo bravo su un campo di calcio: a Sion aveva appena assaggiato la panchina, figuriamoci poi a Palermo con il mangia allenatori Zamparini, e successivamente nell’esperienza in Grecia all’Ofi Creta, in una società fallita. Ora ha trovato, e plasmato, un gruppo che lo segue ad occhi chiusi, un feeling consolidato con Lucchesi, oltre ad una piazza conquistata da mister Ringhio in tutto e per tutto. Perché Pisa ha il palato fine e vede in lui l’uomo che può riportare la B. Anche se il rischio di non godersi la festa fino in fondo, sembra concreto.