«Democrazia a rischio, troppo potere nelle mani di uno solo»
«Questa riforma accentra troppo potere nelle mani di una sola persona, mah .... ». Moreno Cipriani, classe ‘28, partigiano gappista che contribuì a liberare Firenze, prima di iniziare l’intervista tiene a ricordare che «se non sono stato ucciso durante la guerra è solo merito di Bruno Fanciullacci, che non volle farmi maneggiare nessun tipo di arma perché ero troppo giovane. Il mio compito era fare la staffetta, distribuire volantini e gettare i chiodi a tre punte sotto le ruote delle camionette tedesche».
Partigiano Cipriani, nome di battaglia «Gippe, oggi è presidente onorario dell’Anpi di Scandicci. Come voterà al referendum costituzionale di ottobre?
«Credo lo abbia già capito... Voterò per il No. E lo farò perché io per avere una grande Costituzione che ancora oggi garantisce la libertà di tutti abbiamo combattuto duro e decine di migliaia di persone e partigiani ci hanno rimesso la vita».
Ma nel merito dei punti della riforma cosa non condivide?
«Il Senato non viene abolito e non mi torna per niente nemmeno il meccanismo per l’elezione dei componenti di questa nuova Camera. Ma la cosa che più mi preoccupa sono i rischi che corre la nostra democrazia». E quali sarebbero? «La Costituzione del ‘48 era stata pensata per garantire il massimo equilibrio e la massima rappresentanza in Parlamento, con la svolta a cui punta il governo tutto questo è in pericolo per l’eccessivo accentramento di poteri nelle mani di una sola persona».
Cosa si sente di dire ai suoi «compagni» che voteranno Sì al referendum?
«Che ognuno è libero di pensarla come vuole. Però a chi dice che noi dell’Anpi siamo retrogradi e conservatori, io voglio rispondere che siamo così mica perché ci piace la conserva, ma perché vogliamo salvaguardare la Costituzione. Io voglio ricordare a tutti che i partigiani sono stati sempre in prima fila per sostenere riforme progressiste come quelle su aborto e divorzio».
Come giudica l’operato del governo Renzi?
«Che il premier non mi piaceva come politico già quando era sindaco di Firenze. Su di lui ho i miei dubbi. Ma non è come Berlusconi, per l’amor di dio».