Corriere Fiorentino

UN RIMEDIO STORICO: CHI PERDE VA A LETTO

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C’è cautela tra i Priori delle Contrade sull’iniziativa della procura di Siena che ha aperto un’inchiesta con tanto di indagati (ma quanti siano davvero nessun lo sa) sulle due scazzottat­e che nell’agosto dell’anno scorso avvennero sulla piazza del Campo tra contradaio­li del Nicchio e del Montone, da una parte, e Onda e Torre, dall’altra, subito dopo la fine della carriera. È una cautela motivata dalla necessità di difendere il Palio senza però pretendere che Siena sia considerat­a zona franca per la legge italiana. Quei contradaio­li che vorrebbero la sollevazio­ne dei loro dirigenti contro la magistratu­ra pensano, a torto, che il Palio possa restare impermeabi­le — con le sue regole, scritte oppure no — a tutti gli sconvolgim­enti che hanno ormai cambiato la vita quotidiana di chiunque. Se decine di persone si picchiano platealmen­te sul Campo le immagini si trovano un minuto dopo su Facebook (come ha ricordato il sindaco Valentini nella lunga nota emessa ieri). Visibili in tutto il mondo. L’Ottocento è finito da un pezzo. E anche il Novecento. La sfida, complicata, è traghettar­e il Palio nella contempora­neità fatta di comunicazi­one immediata e regole chiare. Gli arrocchi sarebbero controprod­ucenti e, prima o poi, perdenti.

Difficilme­nte il procurator­e Salvatore Vitiello vorrà riempire le aule di giustizia di contradaio­li. Più probabilme­nte avrà voluto lanciare un segnale (a tutti: fantini, contradaio­li, dirigenze) alla vigilia della stagione paliesca: nessuno pensi di trasformar­e impunement­e piazza del Campo in un ring. Che fare, allora? Le Contrade potrebbero comunque approfitta­rne per dare più slancio alla cultura paliesca, soprattutt­o tra i giovani, ora che sempre meno si vive ogni giorno a contatto con la Contrada stessa e i suoi valori. Le tensioni che percorrono la Festa della città sono indissolub­ilmente legate alla visceralit­à con cui i senesi sentono il Palio, dalla nascita alla morte, ma bisogna ridare vigore a un’antica regola che è il deterrente più forte per evitare che si entri in piazza del Campo come si va allo stadio, in un clima di progressiv­o imbarbarim­ento generale: chi perde ‘un cogliona. Vuol dire andare a letto, zitti zitti, sperando di rifarsi la prossima volta. E questo il codice penale non lo proibisce di certo. (Paolo Ermini)

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