LA SORPRESA DELLA NORMALITÀ
L’ipotesi di accordo che ora passerà al vaglio del referendum dei lavoratori della Kme è, comunque la si voglia vedere, una buona notizia. E così è stata rappresentata. Nessuno licenziamento unilaterale, un investimento per far ripartire il forno di rame, la conferma dello scambio di informazioni e verifica dell’andamento dell’azienda con le Rsu. E pure un premio di produzione innovativo, non legato solo al risultato operativo lordo. Eppure, è anche il racconto di una storia che dovrebbe rappresentare la normalità. I vertici di Kme (azienda socia dell’Editoriale Fiorentina) avevano visto un futuro diverso: di fronte alla crisi del settore ed alle difficoltà che sembravano non dare una prospettiva agli stabilimenti toscani, la prima idea era stata di cambiare tutto: con una coltura idroponica. Sfumata — più per motivi tecnico organizzativi che economici — questa possibilità, Kme ha fatto un altro tentativo: un’alleanza con il principale competitor, il gruppo Gnutti. Ma la trattativa era arrivata ad un empasse. E così, ecco il rilancio: da soli (o meglio, con l’intesa con i sindacati). Sta tutta qua la notizia, che però in un mondo normale sarebbe quasi una non notizia. Cioè un imprenditore fa impresa, rischia, investe. Lo fa guardando numeri, trovando le condizioni economico-finanziare e le relazioni sindacali necessarie. E anche per questo fa notizia, in Italia, un atteggiamento che dovrebbe essere, di fatto, solo consuetudine.