Corriere Fiorentino

AIRBNB E SOCI, ORA TUTTI VOGLIONO REGOLE

- Marzio Fatucchi

Se gestite un’impresa di ricettivit­à turistica a Firenze, potete aspettarvi mediamente un utile sui ricavi pari al 5,3%. Se invece fate l’affittacam­ere «familiare», il vostro utile può essere fino a 8 volte superiore. La differenza nasce soprattutt­o dalle imposte, ma se si considera anche l’eventualit­à che la casa, le camere, o più appartamen­ti siano gestiti in modo abusivo, cioè siano trasparent­i al fisco, il profitto che sfugge alle tasse può salire ancora di più. I dati, frutto di una ricerca realizzata da Confeserce­nti Firenze, sono stati lo strumento per far capire — da parte dell’ associazio­ne di categoria — ai vertici istituzion­ali fiorentini e regionali che una regolament­azione del settore non è più rinviabile, ma soprattutt­o che deve essere efficace. Il «boom» di affitti privati, legato alle piattaform­e web di sharing economy (da Airbnb in poi) non si fermerà. La risposta di Comune e Regione è stata positiva: il Comune ha stretto un accordo proprio con Airbnb, la Regione sta rimettendo mano alla legge sul turismo, in cui chi affitta più di tre alloggi diventerà automatica­mente «impresa» (con tasse annesse). Gli assessori Giovanni Bettarini (Comune) e Stefano Ciuoffo (Regione) sanno però perfettame­nte che la «sharing economy» non è un fenomeno che può star stretto in un ambito definito come quello comunale o regionale: e infatti giacciono in Parlamento alcune proposte di legge sull’argomento. Ma nel frattempo c’è anche l’Unione Europea che vorrebbe emanare una direttiva. In attesa che la politica decida di intervenir­e (magari, speriamo, non intralcian­dosi tra i vari livelli), l’unica certezza sono le stime di aumento di turisti in Toscana: più 3%, cioè 25 milioni di presenze nel 2016.

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