Che gioia, perfino per Chiellini...
A Firenze in migliaia davanti ai maxischermi per sostenere l’Italia contro la Spagna Boato ai gol e clacson alla fine. Sul lungarno esulta pure Nardella: «Torno anche coi tedeschi»
«Oh come mai c’è tutta questa gente con la maglia azzurra? Fanno la rivincita del calcio storico?». Forse la battuta (involontaria) più bella della giornata è della signora Anna, diretta a piedi nel suo appartamento al terzo piano in San Niccolò, con la spesa appena fatta. Niente rivincita, la vitella è a Santo Spirito e lì rimane. L’azzurro è quello dell’Italia, che ieri pomeriggio ha colorato in lungo e in largo Firenze. Tra maxischermi, magliette e clacson dopo il fischio finale. Dalle sei alle otto il centro fiorentino si è praticamente fermato e in tanti, sindaco Nardella compreso, si sono radunati per vedere l’ottavo di finale più atteso di Euro 2016.
Una finale anticipata e una rivincita dopo lo smacco di quattro anni fa, con tanto di umiliazione. Ma alla fine ieri in tanti, anzi tutti, hanno esultato. Due a zero finale targato Chiellini-Pellè. E la Germania di Gomez già nel mirino ai quarti (sabato 2, ore 21.00). L’effetto-Europeo ha travolto tutti. Anche che quelli che «la mia Nazionale è la Fiorentina», o discorsi simili. Merito dei vari Giorgio, Emanuele e Antonio. Quel Conte che addirittura al fischio finale è stato anche osannato con qualche sparuto e timido coro. Il «gobbo Morata» (tornato comunque al Real) è stato trattato diversamente dal «gobbo Chiellini», livornese ma pisano di nascita. E infatti al Light di Campo di Marte, a due passi dalla Curva Fiesole, è successo qualcosa di difficilmente immaginabile. Tifosi con la maglia viola addosso che davanti ai cinque televisori allestiti per l’occasione, esultano ad un gol di un simbolo della juventinità, solitamente sommerso di fischi da chi tifa viola. Merito dell’azzurro e dell’effetto Europeo, appunto. La gioia e la sofferenza (tanta soprattutto nel secondo tempo prima del raddoppio) ha sommerso proprio tutti. Anche chi apparentemente con l’azzurro non ha niente a che fare.
Come Catherine e le sue amiche inglesi, che nonostante il Brexit sono già in giro per l’Europa. Con birra in una mano e tricolore nell’altra. Finisce con il po-po-po-po-po di tedesca memoria anche per loro. Un coro collettivo che al fischio finale collega i due lati del Lungarno fiorentino. Al maxi-schermo allestito davanti al Fiorino sull’Arno arrivano a sorpresa anche l’assessore allo sport Andrea Vannucci e il sindaco Dario Nardella, che dopo un consiglio comunale a dir poco impegnativo si è concesso un po’ di sano (e scatenato) tifo per l’Italia. Al 2-0 di Pellè ha finito quel briciolo di voce rimasta e abbracciato chiunque gli capitasse a tiro: «Grande, questa è una grande squadra — dice il primo cittadino — capace di soffrire e di vincere. È stata una bella rivincita. E poi vivere la partita qui in mezzo ai tifosi è straordinario ed emozionante. Grande atmosfera. Torneremo qui anche per i quarti». A questo punto, anche solo scaramanzia, Nardella non potrà cambiare idea. Sicuramente non ritroverà Pedro (da non confondere con il giocatore del Chelsea) e la moglie, di Valencia.
Tinti di rosso da capo a piedi e costretti al fischio finale a riconoscere il merito ai vincitori: «Non siamo quelli di qualche anno fa — dice sconsolato il turista spagnolo — giusto così”. Giusto senza dubbio. Perché in campo l’Italia è stata più forte, grazie anche ad un toscano doc come Emanuele Giaccherini. Che i fiorentini vorrebbero in viola: «Pigliamolo subito!!», urla qualcuno subito dopo la rovesciata del Giak. «Ormai costa troppo», risponde l’amico accanto, entrambi seduti tra i 500 sul prato davanti all’ Easy Living. Italiani e non solo. Anzi, forse i turisti di là d’Arno erano quasi in maggioranza. In tanti avevano la maglia numero 21, non quella di Bernardeschi ma quella di Andrea Pirlo. Che la partita l’ha vista esattamente come quasi tutti i fiorentini, davanti alla tv. Signora Anna compresa.