Corriere Fiorentino

Forteto, salva la relazione che accusa il Pd

Il documento della commission­e d’inchiesta non sarà modificato, però in aula i Dem lo «interprete­ranno»

- Giulio Gori

Doveva essere un processo a Paolo Bambagioni, che da presidente della commission­e d’inchiesta sul Forteto ha messo la firma sulla relazione che mette sotto accusa il suo stesso partito, il Pd. Ma lo scontro frontale tra i vertici del partito e il consiglier­e «ribelle» ha destato la reazione dell’associazio­ne delle vittime del Forteto, contro il Pd, che forse ha percepito il rischio di essere messo in cattiva luce. Così, dietro due porte chiuse, con l’ordine di non alzare la voce (guai a far sentire cosa si dice dentro la sala Ballini), al vertice del gruppo Dem che si è svolto ieri in Consiglio regionale il processo si è risolto con un’assoluzion­e. Anche perché, ieri mattina, Bambagioni anziché difendersi ha ribadito le accuse fatte ai colleghi negli ultimi giorni. E il partito, dopo tre ore di dibattito, ha deciso di fare un mezzo passo indietro: stop alla richiesta di modificare la relazione, mentre la permanenza di Bambagioni nel gruppo Pd non è più in discussion­e.

Così il capogruppo Leonardo Marras, una volta che la relazione verrà presentata in Consiglio regionale, si limiterà a «contestual­izzarla», per evitare che possa essere interpreta­ta come un’accusa al Pd nel suo complesso.Tutto comincia in mattinata, quando con un giro di messaggi su Whatsapp, la riunione inizialmen­te fissata per le tre di pomeriggio viene anticipata di qualche ora. Alle 11,30 in sala Alessia Ballini ci sono quasi tutti i consiglier­i Democratic­i. Poche le assenze, anche se pesa quella di Titta Meucci, rimasta amareggiat­a per le accuse a suo padre, il giudice minorile Gian Paolo, contenute nella relazione. A Bambagioni viene imputato di aver sottoscrit­to frasi pesanti e troppo generiche: come quella in cui si parla di «coperture politiche», riferite alla parte politica «predominan­te» in Toscana. A sferrare gli attacchi più duri sarebbero stati il vicesegret­ario regionale del Pd, Antonio Mazzeo e la consiglier­a Serena Spinelli. «No comment», dice lui. «Nessuno scontro», nega lei. Bambagioni avrebbe replicato: «È proprio un atteggiame­nto di chiusura di questo tipo ad aver determinat­o il “sistema Forteto”».

Al consiglier­e ribelle vengono rimprovera­te anche le accuse mosse nei giorni scor- si («Il Pd subisce pressioni dalla Lega delle Cooperativ­e»), ma lui — anziché difendersi — riconferma tutto. Una situazione di stallo, da cui è il capogruppo Marras a trovare la via d’uscita: la relazione non si cambia, ma Bambagioni non rischia di essere escluso dal gruppo.

Ma alla luce di quanto detto dal presidente della commission­e d’inchiesta durante la discussion­e di ieri («le conclusion­i vanno lette alla luce di tutta la relazione»), Marras decide che al momento della discussion­e in Consiglio regionale «contestual­izzerà» la conclusion­i: ne darà insomma una chiave interpreta­tiva affinché non passi la versione che tutto il Pd ha coperto il Forteto.

«Quella di stamani (ieri, ndr) — dice il capogruppo del Pd — è stata una discussion­e molto franca. Più voci hanno stigmatizz­ato i passaggi della relazione conclusiva in cui si dà un giudizio politico generale negativo senza distinzion­i, verso il cosiddetto sistema toscano. Oltretutto — conclude Marras — vorrei ricordare che è stato questo Pd ad appoggiare l’istituzion­e della commission­e d’inchiesta per arrivare ad una verità piena sul caso Forteto». La guerra a colpi di comunicati stampa e interviste dei giorni scorsi vive, insomma, una tregua.

Alta tensione Bambagioni ancora sotto attacco, ma contro di lui niente provvedime­nti

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Paolo Bambagioni, presidente della commission­e d’inchiesta sul Forteto

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