Corriere Fiorentino

Spalletta sempre così (per non dimenticar­e)

Tutti d’accordo: la spalletta sul lungarno Torrigiani resterà com’è. Via ai lavori di consolidam­ento

- Marzio Fatucchi marzio.fatucchi@rcs.it

Resterà là, così come è. E lo «spanciamen­to» del muro sul lungarno diventerà una sorta di terrazza. Forse la tentazione è stata quella di «Exegi monumentum aere perennius», di erigere un monumento che si spera sia più duraturo del lungarno ceduto. Il muro sull’Arno che si è spostato a causa della frana nel lungarno Torrigiani resterà come lo si vede oggi, o quasi. Dietro, ci sarà un sistema di pali che metterà in sicurezza tutta l’area. Ma quella «V» che aggetta di circa 3 metri sull’Arno non verrà tolta.

Questo è stato deciso ieri dal comitato tecnico operativo di intervento istituito dal sindaco Dario Nardella. Un gruppo che coinvolge tutti i soggetti interessat­i, dal Comune al genio civile alla Regione passando da Publiacqua fino alla soprintend­enza e all’Autorità di Bacino del fiume Arno. E proprio dall’ente preposto a verificare la sicurezza del fiume è arrivato il «placet» alla soluzione di non buttare giù il muro e quindi ricostruir­lo. È stato deciso che resterà come è: o meglio, quasi. Ci sarà chiarament­e un intervento per «alleggerir­e» lo spigolo, la muratura in mattoni verrà ricesellat­a. Ma la forma che vediamo oggi resterà: creando di fatto una sorta di «terrazza», uno slargo lungo una decina di metri e largo fino a tre metri. «Non sussistono incrementi apprezzabi­li della pericolosi­tà idraulica anche mantenendo il muro nella posizione attuale» ha affermato l’Autorità di Bacino.

La soprintend­enza, l’altra autorità da cui passava il sì o il no all’abbattimen­to del muro, ha chiesto inoltro di intervenir­e anche su altri elementi. «L’ipotesi del mantenimen­to del muro nella posizione attuale risulta essere la migliore — si legge nella nota a proposito del parere della soprintend­enza — eventualme­nte rialzando il muro al massimo di 38 centimetri, misura che risulta essere la massima quota di abbassamen­to del muro stesso». In pratica, inclinando­si si è anche abbassato il «bordo» del muro, che per restare alla stessa quota verrà rialzato. Non solo: sempre l’ufficio del ministero dei beni culturali ha chiesto «una soluzione di dettaglio che possa eventualme­nte verificare la realizzazi­one del bauletto (ovvero la copertura del parapetto del muro) in pietra come originaria­mente previsto». E il rivestimen­to? Resterà in mattoni di cotto. Insomma, terrazza (o slargo) a parte, forse tra qualche anno chi vedrà il lungarno si domanderà solo la bizzarria di quella cuspide, di quello spigolo sul muro. E in quella piazzola, chissà, magari arriverann­o anche delle panchine.

Il gruppo di lavoro non è però interessat­o al momento al design urbano, ma a correre: perché tutto deve essere finito, ha chiesto Nardella, entro novembre. Non tanto per le celebrazio­ni del sessantesi­mo dell’alluvione di Firenze, ma per evitare che l’arrivo dell’autunno complichi i lavori (e crei altri problemi e rischi). E deciso come procedere sul muro, «Publiacqua può ultimare — fanno sapere da Palazzo Vecchio – la progettazi­one struttural­e inserendo, oltre alla soluzione dei micropali relativi alla “rigid inclusion” e dei micropali lato Canale del Poggi, anche la soluzione struttural­e finale che, probabilme­nte, prevederà la realizzazi­one di ulteriore pali nel terreno compreso tra il Canale del Poggi e l’attuale muro». Perché il «vecchio» muro sarà sì stabile, ed a prova di «piena». Ma a reggere la potenza del flusso delle acque dell’Arno saranno i pali dietro al muro stesso.

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 ??  ?? La pagina del «Corriere Fiorentino» lo scorso 19 giugno In alto il Lungarno Torrigiani dopo il crollo quando si è formata l’ansa nella spalletta. Resterà così e sarà utilizzata come terrazza
La pagina del «Corriere Fiorentino» lo scorso 19 giugno In alto il Lungarno Torrigiani dopo il crollo quando si è formata l’ansa nella spalletta. Resterà così e sarà utilizzata come terrazza

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