Corriere Fiorentino

Falchi risponde a Nardella «Niente fortini a Sesto, ma va ridiscusso tutto»

Falchi a Nardella: no a incenerito­re e aeroporto, vogliamo il parco della Piana

- di Paolo Ceccarelli e Antonio Passanese

«Io non scavo fossati e non costruisco fortini. Sì al dialogo con gli altri Comuni, ma no all’incenerito­re e all’aeroporto». Intervista al neo-sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, che risponde a Nardella: «Lo sviluppo della Piana va ripensato».

«Non scavo fossati e non sono chiuso in un fortino». Lorenzo Falchi, neo sindaco di Sesto, è nella sede del Corriere Fiorentino per la prima intervista dopo l’insediamen­to in Comune. Nella sala delle riunioni ci sono le foto dei grandi giornalist­i fiorentini: lui non ha dubbi e si siede sotto l’immagine di Tiziano Terzani. Falchi si dice pronto a collaborar­e con Firenze e gli altri Comuni, ma su aeroporto e termovalor­izzatore non è disposto a retroceder­e neanche di un passo: «Non c’è nulla di male nel rivedere le scelte sbagliate degli anni passati», dice. E promette massimo impegno per la Ginori: «Farò di tutto per evitare speculazio­ni».

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, dopo la sua elezione, ha detto: pronto a sedermi attorno a un tavolo con Falchi, ma sulle infrastrut­ture non si può tornare indietro, anche nell’interesse della Piana. Lei che risponde?

«Al contrario di quello che dice qualcuno, a Sesto non c’è alcun fortino e noi non ci siamo barricati all’interno del Palazzo. Siamo pronti al dialogo ma diciamo chiarament­e che non siamo d’accordo sul tipo di sviluppo scelto non solo per la Piana, ma anche per tutta l’area metropolit­ana». Ma qual è la sua idea sullo sviluppo dell’area?

«La Piana ha contribuit­o enormement­e allo sviluppo economico di tutta la Toscana, che però non può essere disgiunto dalla salvaguard­ia dell’ambiente. Il livello di guardia è stato superato. E poi pensiamo al Polo scientific­o, che dà valore aggiunto a tutto l’hinterland e sarà messo a rischio dall’aeroporto. E non lo dice il sindaco di Sesto ma il rettore dell’Università di Firenze».

Ma la presenza del Polo dimostra che non si è pensato alla Piana solo come a una discarica.

«Il Polo scientific­o deve rimanere lì dov’è e bisogna riproporre il progetto di cui si parla da anni: il Parco della Piana, che serve da compensazi­one per le infrastrut­ture che sono state costruite in quell’area nel corso degli anni». Sta dicendo che volete il parco e non volete il resto? «Certo. Non vogliamo incenerito­re e aeroporto».

Per le due opere ci sono già una serie di autorizzaz­ioni. Lei dirà no a tutti i costi? «Utilizzerò tutti gli strumenti amministra­tivi e politici per impedirne la costruzion­e. E l’ho già dimostrato facendo costituire in giudizio il Comune a fianco delle associazio­ni ambientali­ste. Insieme a questo spenderò tutto me stesso per rilanciare un dibattito molto più ampio, culturale e politico, sulla necessità di ripensare ad alcune scelte».

Ma è un dibattito che si trascina da più di trent’anni: non le pare tardivo un ripensamen­to?

«Non credo. E poi negli ultimi anni sono cambiate alcune carte in tavola e sono maturati approcci culturali diversi allo sviluppo».

L’ampliament­o di Peretola porterà tra 2mila e 5mila nuovi posti di lavoro, secondo l’Irpet. Non è di sinistra difendere il lavoro?

«Io non credo che questa infrastrut­tura porti tutti i benefici che vengono sbandierat­i. Durante la campagna elettorale ho parlato con i vertici di grandi aziende come Eli Lilly, Ferragamo, Richard Ginori e altri, e quando ho chiesto loro quali fossero i motivi di competitiv­ità, mi hanno indicato altri fattori».

Le hanno detto che non sono interessat­i all’aeroporto?

«Non metto in bocca ad altri cose che non hanno detto. Secondo loro, i fattori importanti sono una comunità coesa, dove c’è forza lavoro scolarizza­ta e con competenze, e servizi di qualità. Per carità, questo non significa che per loro l’aeroporto non sia importante... Ma se noi poniamo l’attenzione solo sulle infrastrut­ture, rischiamo di dimenticar­e ad esempio la manifattur­a. Non possiamo pensare di vivere solo di turismo: è una grande fonte di ricchezza, ma non basta».

Sul termovalor­izzatore il Comune di Sesto ha dato il via libera anni fa. Lei si è trovato in campagna elettorale a dire no senza però parlare di chi ha fatto quella scelta, forse perché era — come l’ex sindaco Gianassi — tra i suoi sostenitor­i. Nessun imbarazzo?

«Nessuno. Ciò che vorrei per il mio territorio l’ho scritto nel mio programma: chi mi ha sostenuto lo ha condiviso».

E quando vede migliaia di auto intorno ai tanti centri commercial­i della Piana, cosa pensa?

«Penso che nel passato le istituzion­i avrebbero dovuto investire su una mobilità diversa e trasformar­e la ferrovia Firenze-Prato-Pistoia in una metropolit­ana di superficie».

Le mamme no incenerito­re le terranno il fiato sul collo. Si sente un po’ prigionier­o del no assoluto all’opera?

«Con i movimenti c’è un rapporto di stima e rispetto reciproco, ma ognuno svolge il proprio ruolo. Loro faranno le loro attività, io porterò avanti le battaglie su cui mi sono impegnato». Cosa pensa di Renzi?

«Sta pagando i risultati di politiche tutte improntant­e all’immagine, che hanno inseguito la destra e l’austerità». E degli 80 euro?

«Era giusto dare un sostegno al reddito, ma Renzi lo ha fatto togliendo risorse alle casse dei Comuni». E di Rossi?

«Uomo dalle grandi contraddiz­ioni: sul piano nazionale e europeo ha posizioni di sinistra, ma nelle politiche regionali va nella direzione opposta, come nel caso dell’aeroporto». Grillo?

«Un grande populista che ha catalizzat­o e cavalcato la rabbia della parte del Paese che soffre. Quelle persone a cui dovrebbe parlare la sinistra, una sinistra innovativa...».

Ma lei avrà come consiglier­e Tomaso Montanari, che avrà lo stesso ruolo a Roma con Virginia Raggi e parla di terreno comune con Grillo. Non è una contraddiz­ione?

«No, perché con i Cinque Stelle ci sono alcuni temi in comune, come il reddito minimo garantito».

Con Montanari vuole aprire un laboratori­o della sinistra a Sesto?

«Tomaso può rappresent­are una grande novità e forse portare la nostra piccola esperienza in un dibattito più grande sulla sinistra del futuro».

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 ??  ?? Il sindaco Lorenzo Falchi nella sede del Corriere Fiorentino: alle sue spalle la foto di Tiziano Terzani con il nipotino
Il sindaco Lorenzo Falchi nella sede del Corriere Fiorentino: alle sue spalle la foto di Tiziano Terzani con il nipotino
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L’intervista al sindaco Nardella pubblicata domenica scorsa

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