Corriere Fiorentino

Hitachi ha vinto la gara per 300 treni regionali

- Ognibene

La nuova Hitachi Rail ha vinto la gara per costruire trecento nuovi treni per Trenitalia. «Ora assumiamo e diamo spinta all’economia italiana» dice l’Ad Maurizio Manfellott­o.

Vinta la gara per la maxi commessa del trasporto regionale su ferro, Hitachi Rail Italy punta ad omologare il primo treno anticipand­o la scadenza indicata nel contratto con Trenitalia, vuole aumentare il personale e partecipa ad altri bandi in giro per il mondo. Maurizio Manfellott­o, Amministra­tore delegato di Hitachi Rail Italy, ci racconta come sarà il prossimo futuro dello stabilimen­to pistoiese.

«Ci godiamo questa grande soddisfazi­one che ci riassegna il ruolo che abbiamo sempre avuto grazie alla nostra capacità di produrre treni: con questa commessa avremo carichi di lavoro importanti per un po’ di anni. Ora sarà necessario il tempo per la progettazi­one definitiva e poi inizieremo la produzione, prima possibile».

Quali sono i tempi previsti per la consegna del primo dei nuovi trecento treni?

«Il contratto prevede che l’omologazio­ne del primo treno avvenga entro 36 mesi dall’assegnazio­ne e noi speriamo di poter anticipare questa scadenza. Il primo ordine è destinato all’Emilia Romagna: sono 39 treni per un valore di 333 milioni di euro».

La commessa totale vale circa 3 miliardi di euro e prevede un aumento della vostra produzione: aumenteret­e il personale?

«Sì, finalmente possiamo iniziare a guardarci intorno con maggiore robustezza. Prima erano solo pensieri, era la nostra volontà: adesso possiamo pianificar­e l’acquisizio­ne di nuove risorse, profili profession­ali altamente qualificat­i, sia ingegneri che personale specializz­ato per la realizzazi­one».

Avevate ottenuto il punteggio più alto per l’offerta tecnica, alla fine l’avete spuntata su Alstom anche per la parte finanziari­a: com’è andata?

«Aver vinto la gara dal punto di vista tecnico ci qualifica come i migliori e, quando presentere­mo il treno, il livello di qualità che siamo in grado di offrire sarà tangibile per tutti. Per la parte finanziari­a abbiamo rilanciato nelle scorse settimane: stare nel gruppo Hitachi, un colosso mondiale, significa anche questo, cioè poter essere protagonis­ti sul mercato globale con una forza finanziari­a che altrimenti sarebbe impossibil­e avere. I treni, però, verranno prodotti in Italia: si tratta di quasi tre miliardi di soldi italiani che l’Italia spenderà al proprio interno, alimentand­o l’economia nazionale».

L’Ad di un’azienda comprata da stranieri che si fa baluardo dell’italianità?

«Sì. L’italianità è un elemento fondamenta­le. Hitachi Rail, la casa madre, ci aiuta ad avere una forza finanziari­a e commercial­e che altrimenti non avremmo, ma gli stabilimen­ti sono in Italia, i soldi sono italiani e verranno spesi qui. Per questo l’italianità è un elemento fondamenta­le, soprattutt­o in questo momento, e spesso non viene prestata sufficient­e attenzione a questo aspetto: l’alternativ­a sarebbe stata alimentare il Pil di un’altra nazione». Le prossime sfide? «Da sei mesi a questa parte stiamo partecipan­do a più gare che negli ultimi tre anni: abbiamo in ballo diverse gare internazio­nali di primo livello, ma non posso aggiungere altro».

Da sei mesi a questa parte stiamo partecipan­do a più gare che negli ultimi tre anni, in Italia e all’estero

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L'Ad di Hitachi Rail Italy Maurizio Manfellott­o davanti a un Frecciaros­sa in costruzion­e

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