Nasce l’Academy per rompere il muro tra aziende e colossi
«Matchare» è un (pessimo) termine mutuato dall’inglese, ma mette insieme tanti dei possibili significati di cosa hanno oggi bisogno le piccole e medie imprese nel rapporto con le multinazionali: cioè far combaciare interessi, combinare contratti, confrontare esperienze ma soprattutto «accoppiare» gli affari. A questo serve la «Matching Pmi Academy» presentata ieri a Peretola dal gruppo Multinazionali di Confindustria Toscana. Dopo un anno di incontri in tutti i territori, Fabrizio Monsani (coordinatore multinazionali per gli industriali regionali) ha raccolto gli interessi, le necessità e le difficoltà delle piccole e medie imprese nel rapporto con le «big». Un rapporto che è fondamentale per il futuro della spina dorsale del nostro sistema economico: e per questo nasce l’«Academy», gruppi di lavoro che da settembre cercheranno di far dialogare, confrontare, insomma (anche se è brutto) «matchare» Pmi e «big». Con «docenti» di «lusso», tra cui il presidente dell’Ente Cassa Umberto Tombari. Dall’internazionalizzazione alla ricerca&sviluppo, dalla cultura di impresa ai contratti: di tutto questi si parlerà, un lavoro coordinato da Francesco Ferragina di Kon Group, ma si spera anche che si passi alla fase operativa. Anche per accedere ai fondi regionali: i bandi infatti privilegeranno i progetti coordinati tra Pmi e multinazionali. E lavorare, avere assieme progetti di medio o lungo periodo, evita anche la fuga delle «big», come successo ahimè anche nel recente passato, con la Trw a Livorno. «Far dialogare le grandi e le piccole imprese con la stessa lingua, oggi, non è una necessità ma un imperativo — ha affermato Monsani, coordinatore del gruppo multinazionali (e anche grandi imprese) —. Grandi e piccole imprese non sono alternative ma complementari, ed è solo attraverso la collaborazione che possono crescere imprese e capacità toscane. Ed è anche una risposta concreta alla Brexit, perché questa è la Toscana globale, che sa cogliere le opportunità dei mercati internazionali e vince». Ma «occorre cambiare mentalità: le Pmi a volte pensano sia impossibile lavorare con le “grandi”» dice Stefano Stefano Santalena di Confindustria Livorno.