Corriere Fiorentino

Quel tocco d’azzurro, in più

Grinta, applicazio­ne, difesa, organizzaz­ione: a Parigi è tornato di moda il calcio italiano Sousa lo ha sofferto alla sua prima stagione, ora dovrà farci i conti. Magari con l’aiuto di Berna

- Leonardo Bardazzi

La via allora c’è. Vincere, convincere e fare innamorare un popolo è possibile anche se non hai top player da capogiro. Anche se i tempi di Baggio, Totti e Del Piero sono il passato e anche se alla vigilia del torneo tutti ti considerav­ano poco più di una comparsa. L’EuroItalia di questo periodo ne è la dimostrazi­one.

Conte ha distrutto la Spagna con l’aggressivi­tà, l’organizzaz­ione e lo spirito di gruppo che hanno portato Giaccherin­i a sovrastare Iniesta, Pellé a battere il quasi omonimo (e pluridecor­ato) Piquè e perfino De Sciglio a fare un figurone al contro gli esterni di Del Bosque. Un trionfo che ha fatto il giro del mondo e che sembra un spot perfetto per rilanciare pure le ambizioni viola. Anche chi non ha monte ingaggi faraonico infatti, anche chi ha pochi soldi da spendere e una rosa limitata può credere nell’impresa: «Podemos» per dirla alla spagnola. Sousa in fondo, vincente nato e ansioso di trasportar­e la sua mentalità vincente in viola, l’aveva detto più volte: «Sognare è bello, diamo tutto senza limiti».

Alla sua Fiorentina però, spettacola­re, cinica e vincente nel girone d’andata, è mancata convinzion­e, autostima e carica emotiva nella seconda parte di stagione. Qualità che invece gli azzurri di Conte incarnano alla perfezione: «La Fiorentina ha finito per essere prevedibil­e», ha spiegato Cesare Prandelli al Corriere Fiorentino qualche settimana fa, una logica tattica alla quale si è unita la sempre più scarsa motivazion­e (dal sogno scudetto, i viola si sono trovati fuori dalla corsa Champions) e il conseguent­e sfaldament­o dell’alchimia squadra-città che era stato il valore aggiunto autunnale.

Colpa certo anche della scarsa abitudine a vincere, che il blocco Juve e lo stesso Conte trasmetton­o agli altri azzurri in nazionale e che a Firenze manca dai tempi in cui Di Livio e Torricelli cambiarono, in pochissimo tempo, la mentalità di una squadra intera. Ecco allora che l’acquisto di Giaccherin­i sarebbe importanti­ssimo per il futuro viola. Lui, soldatino inesauribi­le del «Contismo», diverrebbe il primo ufficiale del maresciall­o Sousa e contribuir­ebbe a portare quella «cultura della vittoria» che a Firenze manca a squadra e ambiente. Giak o no, Paulo però potrà contare su un’arma in più: Berna infatti tornerà dall’esperienza francese più forte, più maturo e più consapevol­e (anche delle difficoltà).

Dal bunker azzurro di Montpellie­r allora, il gioiello viola dovrà tornare con ben impresse nella mente le immagini della grinta di De Rossi, dello spirito di Buffon e dell’applicazio­ne di Bonucci. Per aiutare la Fiorentina a crescere ed evitare il crollo che solo pochi mesi fa, ha rischiato di incrinare il futuro di Sousa a Firenze.

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 ??  ?? Protagonis­ti Federico Bernardesc­hi scatta un selfie all’interno dello Stade de France, subito prima di Italia-Spagna Sopra, la grinta del ct Antonio Conte, incontenib­ile in panchina e autentico protagonis­ta dell’Europeo degli azzurri. Sabato proverà a...
Protagonis­ti Federico Bernardesc­hi scatta un selfie all’interno dello Stade de France, subito prima di Italia-Spagna Sopra, la grinta del ct Antonio Conte, incontenib­ile in panchina e autentico protagonis­ta dell’Europeo degli azzurri. Sabato proverà a...
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Paulo Sousa

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