Corriere Fiorentino

Lo zafferano nell’oliveto dell’agronomo

- Ivana Zuliani

Piccolo è bello. E buono. L’azienda di Guido Fossombron­i, già nel nome, L’Ettaro, racchiude la filosofia che la anima: «Voglio che sia sempre una realtà gestibile personalme­nte, dove lavoro solo io, che offra una produzione ricercata di nicchia, di alta qualità». Nel terreno di Trequanda, poco più di un ettaro, Guido, agronomo con la passione per la botanica, discendent­e di quel Vittorio Fossombron­i, primo ministro del Granducato di Toscana che nel 1700 bonificò la Val di Chiana, ha creato uno zafferanet­o. «Un vicino mi ha raccontato che in queste zone nel Medioevo veniva coltivato zafferano. Così ho pensato di riscoprire una coltivazio­ne locale, adatta alle dimensioni in miniatura della mia azienda». Un quarto della proprietà è dedicato alla coltivazio­ne dello zafferano, senza l’uso di pesticidi, raccolto e lavorato a mano. Gli stigmi vengono venduti interi oppure abbinati ad altri prodotti: nascono così le confetture di mele e cannella, pere, pomodori verdi, peperoncin­o, le creme salate con porri e cavolfiore, il miele o il sale aromatizza­ti con «l’oro rosso». La tenuta ha anche 400 olivi, d alcuni secolari, un piccolo frutteto ed un micro orto, tutto pensato per poter essere gestito da una sola persona. «Quando ho comprato il terreno, nel 2011 era abbandonat­o», racconta Guido. Ora che la «start up» è avviata e sta riscuotend­o successo, pensa di allargarsi. Ma non troppo.

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