Corriere Fiorentino

IL GIRO DI BOA DI NARDELLA

- di Paolo Ermini

Meglio cavalcare l’onda che restare lì fermi a prendersel­a addosso: una buona filosofia di vita, anche nella vita politica. E sicurament­e è stata questa la scelta fatta dal sindaco di Firenze quando a luglio è partito lancia in resta contro il progetto, già pencolante, del tunnel dell’alta velocità da scavare sotto la città e della grande stazione, anch’essa sotterrane­a, che avrebbe dovuto firmare Norman Foster.

Nardella aveva capito da mesi che Ferrovie non aveva più né voglia né risorse sufficient­i per realizzare la duplice opera. Lo sviluppo della tecnologia ha dato una mano al cambiament­o di prospettiv­a perché ora consente di sfruttare più intensamen­te una stessa rete ferroviari­a, rispondend­o sia alle richieste di collegamen­ti iperbolici sia alle necessità dei pendolari; e allora perché insistere a portare a termine un progetto costosissi­mo, ma anche pieno di incognite per l’invasività dei cantieri in alcuni quartieri della città? Intorno a questa domanda si è cominciato a giocare una partita vera che vede allo stesso tavolo Ferrovie, Governo, Regione e Comune.

Nel vertice che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma è stato chiesto alla società guidata da Renato Mazzoncini (ex presidente di Ataf dopo la privatizza­zione renziana) di preparare nuovi progetti per il nodo fiorentino che, salvando la centralità di Santa Maria Novella (e dunque sacrifican­do la Foster), prevedano comunque dei sotto-attraversa­menti ridotti come dimensione che consentano un potenziame­nto vero e autonomo del traffico ferroviari­o locale. Il prossimo appuntamen­to è previsto a fine estate, ma tutto fa pensare che questa sia una fase di schermagli­e che potrebbero alla fine concluders­i con l’azzerament­o del piano originario. È una ipotesi rafforzata dalla lunghezza della procedure che accompagne­rebbero l’avvio di un nuovo progetto, qualunque esso sia. Un epilogo così drastico si presterebb­e a più obiezioni: 1) alimentere­bbe gravi dubbi sul recupero di efficienza del servizio ferroviari­o regionale; 2) rilancereb­be l’accusa secondo cui nel nostro Paese non si riescono a progettare lavori pubblici conducendo­li poi in porto rapidament­e e senza ripensamen­ti; 3) porrebbe il problema di convertire ad altri scopi i lavori già avviati a Firenze in via Circondari­a e al Campo di Marte evitando che i sacrifici fatti finora, anche in termini di disagi per la popolazion­e, non vadano archiviati alla voce «opere inutili». Mica semplice risolvere il rebus. Soprattutt­o per Nardella che, come primo cittadino, sarà proprio colui che più di ogni altro dovrà rispondere ai fiorentini delle decisioni che saranno prese.

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