Corriere Fiorentino

Marinella, Vania e le altre vittime «Ergastolo per chi le ha massacrate»

L’appello del fratello della Bertozzi, picchiata a morte dal marito. Lucca, oggi i funerali

- Viola Centi Simone Dinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vania, come Marinella, ha visto la furia omicida negli stessi occhi in cui un tempo aveva creduto di vedere l’amore. Vania, come Marinella, non è riuscita a denunciare il suo aggressore, a raccontare le violenze subite. Vania Vannucchi è bruciata viva martedì scorso dopo essere stata cosparsa di benzina, Marinella Bertozzi è stata ammazzata di botte il 30 ottobre 2014. «Per chi ha commesso questi delitti ci vuole l’ergastolo. Vania mi ricorda Marinella: ora qualsiasi violenza che sento in television­e o leggo sul giornale, fa parte di me stesso», dice Roberto Bertozzi, fratello di Marinella: è un uomo sfinito da una battaglia durata 21 mesi per avere giustizia per sua sorella, 50 anni, uccisa «a calci e pugni e bastonate». Giacomo Benvenuti, marito di Marinella, è stato condannato martedì scorso in primo grado con rito abbreviato a 18 anni di carcere. Non per omicidio volontario pluriaggra­vato, come aveva chiesto il pm, ma per morte da maltrattam­enti, facendo così decadere ogni volontarie­tà. «Ricorrerem­o in Appello, non c’è altra scelta», dice Bertozzi, che racconta così la sera in cui sua sorella fu trovata morta: «Era in camera sua, distesa e con i capelli tirati indietro, sembrava fosse stata sistemata: la coperta era tirata fin sopra il collo. Era sofferente nel viso, si vedeva che pativa, che aveva subito dei traumi. È stata ammazzata a calci e pugni e bastonate. Ma lei era già morta, già da molto tempo prima. Era un trattament­o quotidiano».

Bertozzi si batte per Marinella, ma protesta anche per una legge che prevede che la denuncia di percosse possa provenire solo da chi le subisce. «A tutti ho esposto questo problema, ma la risposta è sempre la stessa: che doveva essere lei a denunciarl­o e che senza la sua denuncia non potevano fare niente. Ma lei non ha mai voluto farlo».

Per questo Roberto ha deciso che fonderà un’associazio­ne per aiutare le donne a ribellarsi alle violenze e a denunciare. «Perché la morte di Marinella non deve essere vana».

E come lui, toccate dalla stessa tragedia, oggi le donne di Lucca sfileranno sulle mura in corteo, prima dei funerali di Vania Vannucchi alle 15,30 alla chiesa di San Marco. L’appuntamen­to per il corteo è alle 15 al Caffè «Le Mura», con indosso qualcosa di rosso. Un’iniziativa nata dalle donne lucchesi su Facebook e che in poche ore ha raccolto decine di adesioni, tra cui quella del sindaco Alessandro Tambellini che porterà il gonfalone della città.

Ieri Pasquale Russo, l’operaio accusato dell’omicidio di Vania, è rimasto in silenzio davanti al gip Giuseppe Pezzuti, durante l’interrogat­orio di garanzia che si è svolto nel carcere di San Giorgio. Secondo quanto trapelato, però, Russo sarebbe apparso provato di fronte al giudice (che ha convalidat­o l’arresto), mettendosi a piangere. Nelle vicinanze del luogo dell’aggression­e sarebbe stato ritrovato invece un accendino, possibile innesco delle fiamme che — come ha confermato l’autopsia effettuata ieri — hanno ucciso la donna, cosparsa di benzina pochi attimi prima da Russo.

L’interrogat­orio L’uomo che ha gettato la benzina contro Vania non risponde al gip Ritrovato l’accendino?

 ??  ?? Il luogo dove Pasquale Russo ha teso l’agguato a Vania (nella prima foto in alto) Nella seconda foto in alto Marinella Bertozzi, uccisa nel 2014
Il luogo dove Pasquale Russo ha teso l’agguato a Vania (nella prima foto in alto) Nella seconda foto in alto Marinella Bertozzi, uccisa nel 2014
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