Sos Bargello, due milioni non bastano
La direttrice D’Agostino: «Ci piove dentro, personale scarso. Vorrei che Franceschini venisse qui»
«Il Museo è chiuso la seconda e la quarta domenica di ogni mese e aperto la prima, terza e quinta; chiuso il primo, terzo e quinto lunedì di ogni mese, aperto il secondo e il quarto». Con una home page in cui figura una dicitura così non è che si vada molto lontana. Quanto all’orario fino alle 17, e dunque anche pomeridiano, vale sino al primo novembre, poi si vedrà, il Bargello potrebbe anche chiudere alle 14 a partire da quella data in poi. «Sembra una sorta di cabala» commenta Paola D’Agostino direttrice del Bargello, a Firenze, e dei complessi museali annessi (Cappelle Medicee, Orsanmichele, Casa Martelli e Palazzo Davanzati) . È lei che ci ha invitato a prendere nota del complicato cruciverba a uso dei visitatori della nostra galleria delle sculture. E se lo ha fatto non è a caso.
All’indomani della conferma dei fondi (2 milioni di euro) che il ministero dell Cultura stornerà alla galleria di via del Proconsolo lei non fa mistero di mille preoccupazioni che accompagnano il suo ruolo e le sue giornate. E aggiunge: «Il ministro Dario Franceschini è spesso presente qui a Firenze e in Toscana, vorrei che venisse di persona anche da noi a vedere in che situazione si lavora. Lui ha avviato una riforma importante. C’è bisogno che sia sostenuta». La situazione in cui si lavora la anticipa intanto a noi: «La sala della collezione degli avori ha bisogno di interventi urgenti. Al secondo piano del Bargello entra acqua dai lucernari. Le finestre di Orsanmichele hanno bisogno di un intervento importante perché bisogna che siano dotate di vetri per filtrare i raggi ultravioletti. Alle Cappelle Medicee c’è un cantiere in corso alla Cappella dei Principi e sempre a Orsanmichele dobbiamo intervenire su un capolavoro di Donatello, il San Marco, che ha bisogno di essere restaurato». Il cahier de doléances potrebbe continuare e ricomprendere anche il museo di Casa Martelli e di Palazzo Davanzati «ma vede queste sono lo prime cose che mi vengono in mente se mi si chiede come si dovranno impegnare i due milioni. In realtà si tratterà di stilare una lista dettagliata per capire su cosa intervenire. È molto importante e positivo che il Governo abbia deciso di intervenire in maniera strutturale e non per lavori urgenti».
Ma evidentemente non basta ancora a sentire il tono preoccupato di D’Agostino. Il problema è la reale applicazione della riforma. E la cosa tocca non solo la situazione strutturale del Bargello e degli altri luoghi dell’arte fiorentina ma anche le risorse in termini di personale. Da quando è stato smantellato il Polo museale Fiorentino, a parte le Gallerie degli Uffizi che hanno quasi del tutto assorbito al loro interno la maggior parte dei dipendenti comuni — per esempio quelli legati alla gestione amministrativa delle strutture — gli altri musei autonomi (la cosa vale anche per la Galleria dell’Accademia) si trovano in seria difficoltà. Mancano gli amministrativi, «Interi uffici — osserva lei — vanno ancora del tutto istituiti».
Manca chi stila i bilanci, chi predispone gli stipendi, e manca ovviamente anche il personale di guardianìa. E qui si torna al punto segnalato in principio della nostra chiacchierata: «Secondo lei, perché noi abbiamo degli orari di apertura così farraginosi? — osserva — perché tra bracci di ferro con i rappresentanti sindacali e l’oggettiva carenza di personale non sappiamo come assicurarle le aperture quotidiane e senza interruzioni (anche domenicali e il lunedì, e pomeridiane ndr.)». Lei non molla, tanto che dice: «Andrò via, in vacanza solo durante la settimana di ferragosto. E per il resto sarò qui al mio posto a fare il lavoro per cui sono stata scelta». Ma chiede aiuto. Aiuto e attenzione. Pare che solo quanto a personale le unità di cui avrebbe bisogno sono circa 60. «Spero che in parte arrivino in forza del concorso ai Beni Culturali che si sta espletando in questo periodo». Per il resto lavora e aspetta, che Franceschini venga a fare un giro al Bargello.