Corriere Fiorentino

Tre ore di coda, al sole: il prezzo di Uffizi e Duomo

Il display dice: attesa di due ore, invece diventano più di tre

- di Jacopo Aiazzi e Fulvia Marotta

Tre ore e mezzo per entrare agli Uffizi, tre ore e quaranta minuti per vedere Firenze dall’alto, dalla Cupola del Brunellesc­hi. Un «test orario» di ingresso nei due tra le attrazioni più amate dai turisti che hanno invaso, in questi giorni, Firenze. Ecco cosa aspetta chi non vuole rinunciare ai capolavori ma non si è organizzat­o prenotando online o al telefono e non vuole cedere ai «bagarini saltacoda».

Sono da poco passate le 10 e il piazzale degli Uffizi — il vero «termometro turistico» della città — è già pieno. Ma quanto tempo ci vuole per entrare in questi giorni, per chi non ha prenotato (16,50 euro, 4 euro in più per il servizio, sempliceme­nte cliccando su www.uffizi.it) e per chi non vuole cedere ai «salta coda», cioè chi vende biglietti già prenotati con guida? Alle 10,10 appunto, la coda arriva già all’Arno. Il display elettronic­o stima 2 ore, ma la fila sembra immobile. Un «saltacoda» inizia ad offrire l’alternativ­a: costa 35 euro (45 per gli stranieri) anziché 12,50. Un inglese, nell’attesa, torna dalla sua ragazza con una schiacciat­a ripiena di salsiccia: almeno ammazza l’attesa. Improvvise, arrivano le urla di uno dei pittori della piazza. Corre dietro a una «saltacoda» ma si rivolge ai turisti: «Do not buy from her! It’s too expensive! (non comprate i biglietti, sono troppo cari ndr)». «Vengono qui — spiega — a disturbare chi guarda i miei quadri, abbindolan­doli con un servizio discutibil­e in cambio di un prezzo altissimo». L’inglese risponde: «Yeah, grazie pittore!». Due spagnoli si godono la scena seduti per terra, come tanti. Dopo 40 minuti, la coda si muove: 4 metri. Due sudamerica­ne esultano. Intanto, chi era qui dalle 8 è appena entrato: sono quasi le 11. Molti cedono alla tentazione di pagare per accorciare l’attesa. Un’ora dopo, altri 10 metri avanti nella coda. «Adoro Firenze! Ma questa fila non posso farla!», dice un’americana. Qualcuno rinuncia: «È troppo faticoso, peccato». Un vecchietto con nonchalanc­e si accosta e piano piano si mette in fila, saltandone mezza. Qualcuno nota, ma non si arrabbia: «Che furbetto!». Passa il tempo: altri 20 metri. Si riaccende la speranza, la Sacra Famiglia di Michelange­lo è vicina. Nello scatto, quelli seduti hanno «gattonato» per recuperare il posto. Due americani invece mollano. Si avvicinano 5 giovani italiani. «Eravamo a Roma, non ci bastava la fila per i Musei Vaticani» dicono ridendo. Altri due attaccano bottone: «A che altezza saremo?» «Mi sa che manca ancora molto...». «Siamo di Pescara, abbiamo visto tutti i posti da fuori… con queste file servirebbe­ro settimane!». I carabinier­i chiedono i documenti ad un turista sudamerica­no. «Lui si è arrabbiato col militare — racconta un signore ridendo — ma anche questa attesa innervosic­e, all’inizio c’è scritto due ore, sono passate e siamo ancora a metà!». La ragazza di Pescara sospira: «Il sole è andato via, almeno le nuvole si muovono, noi no». I piccioni volano sui turisti. Scocca la seconda ora, si supera solo la metà della coda. C’è chi per ingannare l’attesa sta al telefono: «Siamo ancora qui, è massacrant­e». Anche Parmigiani­no, guardando la scena, si sarebbe fatto una risata, a scapito dei tanti che, leggendone il nome nelle guide, lo prendono in giro. Passa un ragazzo con i volantini del museo di Leonardo: no grazie, dopo questa basta. Anche perché alle 13.30, finalmente, si può varcare la soglia degli Uffizi.

 ??  ?? I turisti in coda sotto il loggiato della galleria degli Uffizi
I turisti in coda sotto il loggiato della galleria degli Uffizi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy