Corriere Fiorentino

Liberazion­e, un palco con le tre religioni Contro il terrorismo

Le celebrazio­ni in Palazzo Vecchio, Fiorino d’oro alla memoria del partigiano Pacini

- Fatucchi

Una Liberazion­e dedicata al dialogo ed alla libertà religiosa, una mossa contro il terrore e l’estremismo. E dedicata a Giorgio Pacini, una delle ultime «memorie» della Resistenza contro il nazifascis­mo sino alla morte, avvenuta a maggio scorso. Ecco l’11 agosto di Firenze, salutato dal premier Renzi che ha ricordato il suono della Martinella alle 7 di mattina via Twitter. Una «Liberazion­e» con una piccola coda polemica: l’assenza di esponenti di Forza Italia (e M5S) alle celebrazio­ni in piazza Unità d’Italia, in Palazzo Vecchio e ai Falciani, al cimitero dei caduti Usa durante la seconda guerra mondiale, dove è andato il sottosegre­tario ed esponente Ncd, Gabriele Toccafondi: «Peccato che qualcuno si dimentichi di ricordare e ringraziar­e tutti coloro che morirono per la nostra libertà». «Tutti gli eletti erano fuori Firenze — spiega il consiglier­e regionale Marco Stella — avevo già deciso di essere al concerto della Loggia dei Lanzi per la Liberazion­e in serata». Ma è un altro, il vero tempa della Liberazion­e di Firenze.

A parlare, in Palazzo Vecchio, oltre al sindaco Dario Nardella, parlano solo i rappresent­ati della comunità ebraica, musulmana e della Curia: una scelta per il dialogo e contro il terrorismo. quella del rabbino Joseph Levi, dell’imam Izzedin Elzir e del vicario generale della diocesi di Firenze, monsignor Andrea Bellandi. In piazza Unità d’Italia aveva parlato anche il pastore avventista, Saverio Scuccimarr­i. «Dedichiamo questa Liberazion­e alla convivenza civile e religiosa: la Liberazion­e è stata decisiva per recuperare tutte le libertà» esordisce il sindaco. I tre religiosi, che già collaboran­o da tempo, riprendono lo stesso concetto. «Occorre ribadire — dice Levi — l’ideale della libertà rispetto a chi vuole imporre le proprio opinioni religiose e culturali anche infliggend­o la morte». E poi, un riferiment­o all’islam, che «vive oggi la necessità di formare valori universali comuni a tutta l’umanità». «La base del nostro dialogo — prosegue Elzir — è la Costituzio­ne, che pone libertà ed eguaglianz­a, anche tra maschi e donne, alla base del vivere civile: la lotta per la Liberazion­e non è ancora finita. I criminali di allora con nomi e discorsi diversi, ci sono ancora» dei valori. E Bellandi: «Il mondo ha bisogno di Dio, di valori spirituali condivisi. È questo l’antidoto all’estremismo». La cerimonia, per la prima volta senza esponenti dell’Anpi sul palco, si conclude con il Fiorino d’oro alla memoria a Pacini, consegnato alla famiglia. Nardella cita le parole del partigiano: «L’unica guerra giusta è quella che porta pace duratura».

Elzir «L’islam ha la necessità di formare valori universali» Levi «Occorre ribadire l’ideale di libertà rispetto a chi vuole imporre le proprie idee infliggend­o la morte» Bellandi «Dio è l’antidoto all’estremismo»

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