Il procuratore: la multa non basta, a Chinatown servono espulsioni
Legalità, Sangermano attacca. E la Regione lancia una campagna in cinese
La sfida del sindaco Matteo Biffoni, le perplessità del Palazzo di giustizia e il rilancio della Regione, pronta a ad una campagna informativa in cinese per la legalità. Il mastodontico lavoro d’ispezione delle aziende cinesi — ideato quasi tre anni fa dalla Regione all’indomani del drammatico rogo in un’azienda nel Macrolotto di Prato — sta per essere ultimato.
Il 90 per cento delle imprese a conduzione orientale (circa 7 mila) sono state controllate. E sei su dieci sono risultate irregolari. «Le multe sono diventate un mero rischio di impresa e non generano alcuna introiezione del valore della legalità», ha detto il sostituto procuratore Antonio Sangermano durante un convegno sul futuro di Prato, come riportato da un articolo di Dario Di Vico sul Corriere della Sera di ieri. Secondo Sangermano, la risposta all’illegalità che si annida a Chinatown è di fatto insufficiente. Per questo il magistrato lancia la proposta di «una legge che consenta a un ente come la Prefettura di poter espellere gli stranieri che reiterano reati sul territorio, in particolar modo quando ci sono sentenze di Un capannone cinese sequestrato nei mesi scorsi nella frazione di San Paolo a Prato condanna in primo grado». Oltre a questa stretta, Sangermano propone «uno statuto civico per lo straniero ed una effettiva integrazione allargata al diritto di cittadinanza».
Secondo Renzo Berti, direttore del progetto regionale «Lavoro sicuro», il cambiamento prodotto dai controlli è «innegabile». Berti spiega che «prima di questi controlli le aziende cinesi che venivano trovate in condizioni di illegalità scomparivano nel nulla». Poi si avvale di altri numeri: «È vero che in totale sei aziende su dieci sono risultate fuori dalle regole ma sono altrettanto veri altri dati: più dell’80% di queste si è messa in regola ed ha pagato le multe; nell’ultimo mese le aziende irregolari sono diventate la metà di quelle controllate; in più anche la qualità dei reati sta cambiando: meno dormitori, meno gravi sanzioni». Stamani Berti andrà a parlare con il console cinese a Firenze. I due si confronteranno sulla nuova fase del progetto che la Regione intende mettere in campo con una delibera di giunta nei prossimi giorni: un piano che partirà ad aprile basato su un innalzamento della qualità delle ispezioni ed una massiccia campagna di comunicazione in cinese rivolta agli imprenditori orientali.
«Sangermano coglie un forte problema — commenta il sindaco di Prato Matteo Biffoni — ovvero che siamo oltre la fisiologia dei reati. Noi continuiamo a scontare la difficoltà nel cogliere un interlocutore unico nella comunità cinese: loro devono darci una mano, la situazione non è bonificata nonostante il buon risultato dei controlli, che hanno messo pressione ma sono solo una parte della questione».