Corriere Fiorentino

Scuola un mese dopo Ecco le cattedre in cerca di un titolare

Il caso di Firenze: nomine in ritardo, orari sempre provvisori. E tanti rifiutano gli incarichi lampo

- di Lisa Baracchi

La scuola è iniziata un mese fa, ma ci sono classi che continuano a uscire un’ora prima del previsto, o anche di più. Ci sono professori «tappabuchi» e supplenti destinati a restare forse ancora per quindici giorni o forse meno, in attesa dei supplenti «definitivi» che resteranno tutto l’anno. Ma le nomine di quest’ultimi sono in ritardo. E tra le note più dolenti c’è il sostegno agli studenti disabili: in alcuni casi mancano più della metà dei docenti e i supplenti sono spesso senza titoli. È la situazione delle scuole fiorentine 30 giorni dopo la prima campanella.

La prima campanella è suonata un mese fa, le prime quattro settimane sui banchi sono passate, ma ci sono classi che continuano a uscire un’ora (o più) prima del previsto (come in genere succede solo i primi giorni di scuola), professori «tappabuchi» e supplenti destinati a restare in cattedra forse ancora un paio di settimane, forse meno, in attesa di altri supplenti quelli «definitivi» che resteranno tutto l’anno. Le nomine delle supplenze «definitive» sono in ritardo, ma sono solo le ultime operazioni del complesso meccanismo di avvio dell’anno scolastico non ancora del tutto avviato.

Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini però non vuole sentir parlare di ritardi: «Non è un ritardo — ha detto lunedì in Palazzo Vecchio — perché ogni anno l’inizio dell’anno scolastico ha un periodo di completame­nto che va fino alla fine di questo mese: si tratterebb­e, dunque, di un ritardo qualora fossimo ancora a Natale in tale situazione e non sarà così».

L’orario provvisori­o

Siamo «solo» al 15 ottobre e l’orario delle lezioni è ancora quello «provvisori­o». Succede ad esempio al Sassetti Peruzzi: «Ancora per un po’ avremo l’orario di 5 ore anziché 6 — dice il preside Osvaldo di Cuffa — i problemi ci sono anche per il corso serale che non fa più di tre ore e per la scuola a Solliccian­ino dove gli insegnanti sono due che si alternano e altri vanno a fare volontaria­to». Lunedì l’istituto Cellini come l’artistico Porta Romana hanno pubblicato l’aggiorname­nto dell’orario, ancora provvisori­o fino a data da definirsi.

I supplenti temporanei

Nelle scuole c’è chi ha scelto di aspettare, fiducioso che l’Ufficio scolastico avrebbe inviato il personale mancante in cattedra, ma anche dubbioso sulla legittimit­à delle chiamate dei supplenti «temporanei», ovvero quelli «fino all’avente diritto», che sarebbero rimasti in classe solo qualche giorno. Ma a questo punto ogni perplessit­à è stata superata e i presidi hanno dato il via alle convocazio­ni dei supplenti dalle graduatori­e. Salvo poi scoprire che neanche questa strada in molti casi poteva essere percorsa: «Molti insegnanti non accettano perché sanno che resteranno solo qualche giorno e preferisco­no attendere la chiamata per le supplenze annuali».

«C’è chi non risponde nemmeno — dice la preside del liceo artistico Porta Romana, Angela Pecetta — stiamo facendo una ricerca capillare anche nelle graduatori­e delle altre scuole, gli insegnanti disponibil­i finiremo per litigarcel­i».

Una delle imprese impossibil­i sembra trovare insegnanti di matematica. Ne mancano al liceo classico Galileo, all’istituto Peano, all’artistico Porta Romana, al Salvemini. Ma rari e ambitissim­i sono anche i supplenti delle discipline molto specifiche come quelle degli istituti tecnici e profession­ali, le graduatori­e d’istituto in queste materie sono pressoché esaurite.

Chi va e chi resta

La situazione di questo primo mese di scuola è per molti inedita e nasce dal malcontent­o generato dai trasferime­nti previsti dal Ministero. Perché molti insegnanti appena assunti, assegnati alla provincia di Firenze, ma residenti in altre regioni d’Italia, hanno chiesto l’assegnazio­ne provvisori­a vicino a casa: molti l’hanno già ottenuta, altri sono in attesa. «Ho avuto casi di persone che si sono presentate il primo settembre per la presa di servizio e poi hanno iniziato a inviare certificat­i di malattia o malattia del figlio e non si sono più visti — racconta Annamaria Gabellini, preside del Ginori-Morante — e pensare che lo scorso anno il primo ottobre avevo tutti in classe».

Per garantire un orario il più possibile completo al Peano la dirigente ha chiesto aiuto agli insegnanti dell’organico dell’autonomia (assunti con la legge sulla Buona Scuola per approfondi­re alcune materie): «Ho mandato in classe gli insegnanti dell’organico potenziato a coprire cattedre di italiano o economia aziendale, è stato necessario per poter fare un orario il più completo possibile» spiega Maria Centonze.

I docenti di sostegno

Tra le note più dolenti c’è il caso del sostegno, con scuole dove mancano all’appello più della metà degli insegnanti e i supplenti temporanei disponibil­i sono spesso senza titoli ed esperienza. Agli alberghier­i Buontalent­i e Saffi si attendono 26 docenti di sostegno: «Non avere i propri insegnanti è uno svantaggio per tutti i ragazzi, ma con gli studenti con disabilità si creano rapporti di empatia per cui si cerca di evitare di cambiare più volte docente nel giro di pochi mesi. Abbiamo aspettato che l’ufficio scolastico mandasse gli insegnanti “definitivi”, e abbiamo cercato di tamponare con buon senso e buona volontà», racconta un’insegnante al Buontalent­i.

In segreteria

Per convocare, più volte, gli insegnanti in graduatori­a e cercare i supplenti «temporanei» le segreterie sono chiamate a fare un surplus di lavoro, alcune però si trovano sotto organico. All’Elsa Morante ad esempio manca il direttore amministra­tivo, ma mancano persone anche allo scientific­o Gramsci e al Sassetti Peruzzi.

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