Vanno all’asta i tesori della famiglia Romano
Da Pandolfini dipinti, sculture e arredi
Di interesse prettamente museale l’asta autunnale di Pandolfini che mette all’incanto (oggi alle 17,30 in Borgo degli Albizi) 121 lotti appartenenti alla famiglia Romano, celebri mercanti e collezionisti vissuti a Firenze. Ma non mancano lotti «colti» destinati a scatenare contese tra collezionisti privati. Come il mezzo busto con la testa a tre facce, scultura attribuita a Jacopo Della Quercia e dunque di epoca quattrocentesca. L’opera è L’allegoria della prudenza ( 15/25.000 euro la base d’asta). L’esposizione accoglie i visitatori già nel cortile della casa d’aste dove troneggia una scultura di 18 quintali proveniente dalla Certosa di Napoli. Raffigura Kronos, con la clessidra in mano, dunque «il tempo». La vendita all’incanto di Pandolfini si propone come un racconto sull’evoluzione del gusto durante tutto il ’900, con gli antiquari Salvatore e Francesco Romano tra i più illustri testimoni, la cui raccolta comincia nel 1920 a Napoli e va avanti a Firenze dove la famiglia si fa notare per gusto e garbo dall’elite cittadina. Punto focale della vendita le opere scultoree, ma ci sono anche arredi d’alta epoca e dipinti antichi toscani e napoletani. Tra le sculture degne di nota, un San Sebastiano di Pietro Lombardo, in pietra policroma (80/120.000 euro), una Madonna col bambino del XV secolo e una Crocifissione, un gruppo scultoreo sempre di Pietro Orlando. Tra gli arredi interessante il grande Cassone nuziale, attribuito al Pisanello (90/120.000 euro)e un raro lampadario del ‘700 in vetro di Murano eseguito dal maestro Giuseppe Briati. Tra i dipinti in dispersione Giuseppe accoglie i fratelli in Egitto, olio che proviene dalla collezione dei principi Hannover. La quotazione di partenza viaggia tra i 25 e i 35.000 euro.