Mattarella agli Stati generali «La nostra lingua messaggera della qualità»
Il Capo dello Stato a Firenze. Il governatore: campagna di alfabetizzazione dei migranti
Un Sergio Mattarella meno formale del consueto ha chiuso con il suo intervento gli «Stati Generali della lingua italiana nel mondo», tornati a Firenze «seguendo Manzoni “a sciacquare i panni in Arno», ha detto il Presidente della Repubblica nel suo intervento. Mattarella dopo aver lasciato il Salone de’ Cinquecento ha voluto stringere le mani dei tanti che lo chiamavano, avvicinandosi alle transenne in piazza Signoria e si è trattenuto molti minuti prima di risalire sulla berlina presidenziale e tornare a Santa Maria Novella per prendere il treno, come all’andata.
La seconda e ultima giornata degli Stati Generali, dedicati al tema «Italiano lingua viva», ha visto tavole rotonde dedicate alla promozione linguistica, anche con i nuovi media, alla creatività, alla italofonia e comunità italofone, ormai non più solo gli ex emigranti, con il sindaco Dario Nardella ed il presidente della Regione, Enrico Rossi, che hanno accolto il Presidente della Repubblica, arrivato a metà mattinata. Nardella ha sottolineato che «la lingua italiana rappresenta un modo di pensare creare progettare, un patrimonio di valori che aggregano», Rossi ha chiesto anche che l’italiano sia strumento di integrazione per gli immigrati — «Questo significa che, accanto alle politiche ordinarie di accoglienza, dobbiamo essere capaci di dar vita anche ad un nuovo ed imponente processo di alfabetizzazione» — e Mattarella ha parlato per ultimo. L’intervento del Presidente è stato interrotto dagli applausi quando ha bonariamente rimproverato «il mio amico Piero Bassetti»: «In un convegno dedicato al rapporto tra glocalismo e lingua italiana, Piero Bassetti ricordava che si possono costruire sistemi di conoscenza “bottom-up” altrettanto ricchi di quelli costruiti “top-down”. Bassetti mi perdonerà se, in conformità all’invito rivoltomi dalla Crusca, sostituisco alle espressioni inglesi, da lui utilizzate, quelle italiane di “dal basso verso l’alto” e “dall’alto verso il basso”». Il Presidente della Repubblica ha sottolineato «Proporre la qualità Italia è la sfida di fronte a noi: proporre cioè l’umanesimo che deriva dalla nostra cultura, dal modo di vivere, di lavorare. L’italianità parla di umanesimo». Poi ha chiesto un «rafforzamento dei canali tv in lingua italiana dedicati all’estero e di contenuti per internet. Si tratta di un’offerta che non raggiungerà solo le nostre comunità all’estero ma contribuirà al ruolo di “lingua franca” che, in molti ambiti culturali — arte e musica — l’italiano svolge». Ed ha concluso: «Ogni settore del nostro Paese è chiamato a essere fonte di ispirazione e avvicinamento alla cultura italiana e non possono mancare, in questa direzione, iniziative tese alla attrazione di talenti in Italia e al rientro dei talenti italiani che hanno visto crescere le loro competenze all’estero».
Ogni settore del nostro Paese è chiamato a essere fonte di ispirazione e avvicinamento alla cultura italiana Servono iniziative per attrarre talenti e far rientrare i nostri