Interessi e maleducazione nelle piazze (ex) pedonali
Caro direttore lei non può immaginare quanto possa comprendere, apprezzare e condividere gli articoli di Claudio Bozza sull’assedio di auto nelle piazze fiorentine. Sono un residente in Borgo Ognissanti e vivo quotidianamente lo scempio che avviene in Piazza Ognissanti (per gran parte pedonale) come quello delle altre piazze. I paletti con le catene son regolarmente sfilati per lasciare l’accesso alla piazza dove tutti parcheggiano abusivamente a costo zero perché nessuna sanzione viene loro comminata. La sosta è dei veicoli Ncc, di quelli dei commercianti e di altri che trovano vantaggioso e conveniente parcheggiare in quella splendida piazza certi che niente succederà. Tanto anche se mai accadesse di beccare una multa niente di male, il rapporto prezzo comodità è largamente a favore e quindi la sosta abusiva e selvaggia permane. Alle base di tutto questo ci sta anche la diffusa e dilagante maleducazione dei cittadini che non rispettano più alcuna regola. Ormai gli scooter che passano col semaforo rosso sono una regola diffusa per non parlare poi delle biciclette che imperversano in barba ad ogni regola e ad ogni norma di rispetto e di sicurezza degli altri. La mia nipotina proprio stamani ha rischiato di essere arrotata da un ciclista contromano sul marciapiede.
Mi meraviglio poi quando leggo di chi si scaglia contro i vigili rei di fare troppe contravvenzioni. Io sostengo esattamente il contrario: «Male non fare paura non avere». Purtroppo ormai gli agenti di polizia municipale sono diventati invisibili ed intangibili. Pertanto ben venga la vostra campagna che evidenzi questo stato di comportamenti indecorosi e maleducati per cercare di modificare uno status quo inaccettabile e insostenibile. Paolo Biondi
Si riparta dalle regole (e da chi le fa rispettare)
Caro direttore, ho letto con interesse gli articoli firmati da Claudio Bozza sull’occupazione delle bellissime piazze di Firenze. La mia famiglia e quella di mia figlia abitano (via de’ Bardi e Sdrucciolo dei Pitti) proprio nelle vicinanze di una queste piazze, piazza Pitti. Siamo quindi direttamente interessati al problema di cui ha parlato il Corriere Fiorentino. Noi soffriamo dei divieti e di chi non li rispetta. L’indulgenza delle forze di polizia municipale, a volte la negligenza o attualmente la comprensione per il fatto del Lungarno inagibile per i lavori alla voragine Torrigiani, fa sì che viviamo in una giungla dove tutto è vietato e permesso. Chi rientra da un luogo di lavoro che si trovi al di fuori della Ztl ed è quindi costretto ad usare la macchina, può girare anche per un’ora la sera per trovare un parcheggio, lecito o «abusivo» che sia. Non penso di avere detto niente che non sia conosciuto, ma veramente abbiamo bisogno di una analisi seria delle esigenze dei residenti (se si vuole, come dice il sindaco Dario Nardella, «ridare l’Oltrarno ai cittadini ed agli artigiani locali»), tutelando anche il patrimonio culturale e artistico delle piazze (basta andare in un giorno qualsiasi davanti a Santo Spirito per vedere che il problema non sono solo le macchine). Bisogna quindi applicare regole certe e farle rispettare. Paolo Cimmino
Le Murate e poi nulla per fermare i residenti
Caro direttore, apprezzo particolarmente i suoi interventi che portano in questione lo spopolamento del centro storico fiorentino, causa ed insieme effetto di una crisi d’identità. Da tempo anch’io, in maniera molto privata o al massimo sui social o sulla rivista online pensalibero.it, mi pongo lo stesso problema, cercando di individuare alcune cause, ma anche di proporre la sperimentazione di qualche soluzione. Tra l’altro mi spinge un ricordo del centro che, avendo io vissuto già un bel po’, ricordo del tutto diverso fin dai tempi del liceo e dell’università e si tratta di un ricordo di cui ho nostalgia. Soprattutto condivido che lo svuotamento del centro sia cominciato con l’espulsione delle attività artigiane, poi quella del nu- cleo pesante dell’università, per finire con le sedi giudiziarie a cui aggiungerei anche le sedi centrali delle banche più importanti o altri uffici direzionali. L’importanza di un centro è data sì da coloro che vi abitano, ma anche da coloro che giornalmente vi si recano per interessi, lavoro o studio. Purtroppo ripristinare questo giro di relazioni è ormai di difficile attuazione, dato che università, banche e giustizia hanno già stabilito altrove le loro discutibili cattedrali. Invece ritengo sia possibile fare qualcosa per l’abitabilità.
Mi viene in mente infatti che l’ultimo intervento organico legato all’uso abitativo del centro storico — tra l’altro un ottimo intervento — sia stato la risistemazione dell’ex carcere alle Murate, ormai vecchio di un decennio e più, ma a mio avviso esempio di come dovrebbe essere ancora pensata la questione attraverso un’iniziativa di edilizia residenziale pubblica. Mi domando perché ci siamo fermati: eppure potenziali contenitori non mancano, sia privati in stato di decennale abbandono sia pubblici. Questi ultimi poi sono diventati sempre più numerosi in questi ultimi tempi: senza parlare sempre dall’eterna Sant’Orsola, abbiamo il tribunale nelle sue varie sedi, la corte d’appello, diverse strutture militari tra cui l’ex ospedale militare di San Gallo per finire alle Poste nuove di via Pietrapiana su cui inopinatamente pesa la firma di Michelucci; altri ne verranno, ma sicuramente ne dimentico diversi.
Se ci fosse la volontà politica, sono certo che alcuni di questi edifici, ma anche altrettanti contenitori privati ormai in disuso o addirittura in abbandono potrebbero essere ripensati per un utilizzo di edilizia residenziale pubblica, naturalmente dotandoli delle utility collegate necessarie, parcheggi in primis. Sono consapevole che non si risolverebbero tutti gli inconvenienti, ma sono sicuro che diversi fiorentini — e non soltanto neo — comincerebbero a farci un pensierino sopra. Mia moglie ed io per primi, se fossimo ancora in età per sognare.