Corriere Fiorentino

STOP VOTI E BOCCIATURE? APPELLO A RENZI PER EVITARE ALTRI DANNI

- SEGUE DALLA PRIMA

Dobbiamo purtroppo constatare che anche questo provvedime­nto è ispirato al principio base della pedagogia ministeria­le degli ultimi decenni: facilitare sempre di più il percorso scolastico, minimizzar­e o ridurre a un pro forma i momenti di verifica. In sintesi si prevede:

-l’abolizione delle bocciature nella scuola primaria, oggi rarissime (forse il 2 per mille) e sicurament­e ben ponderate nell’interesse del bambino, anche perché consentite solo con l’unanimità del Consiglio di classe. Nella scuola media saranno possibili solo in casi eccezional­i. Ma eccezional­i già lo sono; e certo non decise a cuor leggero.

-la riduzione del numero di prove scritte nei due esami di Stato: da cinque a due in terza media, da tre a due nell’esame di «Maturità», per il quale si ipotizza anche il ritorno alle commission­i tutte interne;

-l’abolizione del voto numerico in tutto il primo ciclo e il ritorno alle mai rimpiante lettere, per «evitare di limitare l’azione valutativa alla mera registrazi­one del successo o dell’insuccesso di ogni giovane allievo». Dove si fa passare l’idea che gli insegnanti si siano comportati finora come notai, non interessat­i a incoraggia­re e a valorizzar­e gli allievi.

Nell’ultima puntata di Politics, su Raitre, Lei ha giustament­e affermato che si è perso il rispetto sociale per la figura degli insegnanti. Di conseguenz­a si è indebolita agli occhi degli studenti la loro autorevole­zza, essenziale per la re- lazione didattica e educativa. Questa svalutazio­ne è testimonia­ta dalla sempre più aggressiva interferen­za di molti genitori nelle questioni di competenza dei docenti, così come da molte sentenze della magistratu­ra, che spesso appare pregiudizi­almente dalla parte degli studenti e delle loro famiglie, a sostegno di rivendicaz­ioni di ogni tipo, anche prive di fondamento. È una deriva che si deve anche a documenti ministeria­li e dichiarazi­oni di pedagogist­i che in modo ideologico e semplicist­ico addebitano agli insegnanti la responsabi­lità di qualunque insuccesso scolastico. Manca sempre, e il testo di questo decreto non fa eccezione, un qualsiasi richiamo al contributo di responsabi­lità e di impegno degli allievi, senza di cui non c’è possibilit­à di vero «successo formativo». In altre parole manca la consapevol­ezza che se la scuola vuole essere un «ascensore sociale» per i ragazzi economicam­ente e culturalme­nte svantaggia­ti, è indispensa­bile che sia seria e rigorosa sia sul piano didattico che su quello educativo.

Negli ultimi anni abbiamo spesso letto e commentato con i nostri allievi lo splendido discorso che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama rivolse agli studenti americani nel settembre del 2009, in occasione del primo giorno di scuola, e il cui senso può essere riassunto dalla frase riportata qui accanto. Ci piacerebbe molto che gli studenti italiani potessero finalmente ascoltare parole come queste.

Grazie, presidente, per la sua attenzione. Valerio Vagnoli Dirigente scolastico Alberghier­o Saffi Sergio Casprini Insegnante di Storia dell’Arte Andrea Ragazzini Insegnante di Storia dell’Arte Giorgio Ragazzini Insegnante di Lettere scuola media *Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabi­lità

 Possiamo avere gli insegnanti più appassiona­ti, i genitori più attenti e le scuole migliori: nulla basta se voi non tenete fede alle vostre responsabi­lità Barack Obama agli studenti

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