Corriere Fiorentino

UN NO ALLA TUTELA , SE L’UNESCO OFFENDE GLI EBREI

- SEGUE DALLA PRIMA

Un colpo di cimosa sull’identità (plurale) del Monte del Tempio è forse accettabil­e al di là di ogni giudizio politico sull’azione del governo israeliano, mentre l’antisemiti­smo riprende forza nel mondo? Il documento era stato presentato da alcuni Paesi islamici ma è stato approvato a maggioranz­a, con il no di sei Paesi occidental­i (Stati Uniti, Gran Bretagna, Lituania, Olanda, Germania ed Estonia) e l’astensione di altri, Italia compresa. Una scelta sconcertan­te. La polemica è esplosa con virulenza. Il Foglio ha convocato una manifestaz­ione di protesta a Roma. Il significat­o di quel voto d’altra parte non lascia spazio a dubbi sull’obiettivo da cogliere: contestare la legittimit­à di Israele (definito «Paese occupante»), la sua storia, l’insediamen­to degli ebrei in quella terra, ignorare i loro simboli e i loro valori. Negare. Negare una realtà per colpirla. E non ci può essere contestazi­one che tenga sulla presenza degli israeliani nella parte di Gerusalemm­e perduta dalla Giordania nel 1967 se si accompagna alla volontà di cancellare i luoghi più sacri del popolo ebraico. Firenze beneficia da molti anni della tutela dell’Unesco, come ricordano le targhe poste agli ingressi delle mura. Ma tutela dell’Unesco non può significar­e solo difesa di monumenti, vuol dire difesa della cultura come progresso civile dell’umanità. E questo è il contributo che nei secoli la nostra città ha sempre dato. Questa è la città di Giorgio La Pira, il sindaco che dette voce alla sua vocazione internazio­nale. Ed è anche la città di Matteo Renzi, che tra i suoi primi atti decise di illuminare la cupola della sinagoga. Qui diamo luce al tempio degli ebrei e accettiamo passivamen­te il colpo inferto per odio al Muro del Pianto? Dario Nardella ha titolo per chiedere all’Unesco di ripensarci. Altrimenti trovi il coraggio di rifiutare una tutela che cozza scopertame­nte contro la coscienza di questa città. Un gesto forse più efficace di qualunque mossa diplomatic­a.

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