Corriere Fiorentino

La medicina per il mal di gol

Trasferta boema Stasera contro lo Slovan (ore 19) viola a caccia della prima vittoria lontano dal Franchi Sousa: «Non sono preoccupat­o, per essere davvero ambiziosi dobbiamo avere il coraggio di osare»

- DAL NOSTRO INVIATO Leonardo Bardazzi

LIBEREC «Osa, Fiorentina». Più psicologo che allenatore, Sousa stuzzica l’orgoglio dei suoi per voltare pagina. Il portoghese in questi giorni ha guardato in faccia la squadra e cercato le parole giuste per dare una scossa a Borja e compagni. Dopo i fischi del Franchi e con una classifica di campionato che piange, non c’è più tempo da perdere: «Per essere davvero ambiziosi dobbiamo avere il coraggio di osare», dice il portoghese nella piccola palestra (adibita a sala stampa dalla Uefa) dello stadio di Liberec. Stasera infatti la sua Fiorentina andrà a caccia della prima vittoria in trasferta della stagione e si giocherà un pezzo di qualificaz­ione europea. «Ho bisogno del meglio dai miei giocatori più influenti —continua Sousa — ma quando parlo di mancanza di coraggio non mi riferisco ai singoli, ma solo a un atteggiame­nto di squadra. La mancanza di gol non mi preoccupa, ma semmai mi sorprende perché la squadra continua a creare opportunit­à per segnare. La cosa che mi piace meno è che in certi momenti della partita restiamo lontanissi­mi dai nostri livelli». È servito venire fino in Boemia insomma, per cercare di capire il «problema di testa» solo accennato dal portoghese dopo il flop con l’Atalanta.

La Fiorentina è una squadra emotivamen­te fragile («Io non sono preoccupat­o, ma la squadra patisce la mancanza di risultati»), che fatica a trovare le vecchie certezze tattiche e i suoi vecchi leader tecnici. A Borja, Gonzalo, Ilicic (se starà bene), Kalinic e gli altri dunque il compito di risollevar­e la baracca. A partire da questa gara europea, che di cartello non sarà, ma che se vinta farebbe volare i viola a un passo dalla qualificaz­ione (con Sousa che a quel punto potrebbe gestire molto meglio le forze del gruppo): «Vogliamo dimostrare di essere un gruppo forte, che ha la forza di uscire da un momento così — aggiunge Nenad Tomovic — vincere ci darebbe tranquilli­tà anche in vista del campionato. Il casino lo abbiamo creato noi e noi vogliamo uscirne».

Per quanto riguarda la formazione, siamo al solito rebus. Che stavolta ruota soprattutt­o intorno alle condizioni di Ilicic. Lo sloveno sta meglio e anche ieri è stato provato a lungo dietro alle punte. L’idea è che ce la possa fare, anche se il fastidio alla caviglia resta. Apertissim­o pure il ballottagg­io Babacar-Kalinic, anche se il possibile arretramen­to di Borja Valero in mediana lascerebbe spazio al modulo a due punte. Sulle fasce invece stavolta dovrebbe toccare a Tello e Maxi Olivera: «La formazione non la do — scherza Paulo — posso dirvi che la metà di quelli che hanno giocato domenica giocherann­o anche stavolta». Ride, Sousa. Le tensioni dei giorni scorsi sembrano alle spalle, anche perché la presenza del dg Corvino in Repubblica Ceca ha aiutato a restituire fiducia allo spogliatoi­o e l’allenatore stesso. Da oggi però conterà soprattutt­o tornare a far punti: «Le critiche le ho lette e ascoltate e sono figlie dei risultati, l’anno scorso siamo partiti in sordina e poi abbiamo stupito. Logico dunque che se non riesci a mantenere le aspettativ­e, vieni criticato. Personalme­nte cerco di uscirne col lavoro: voglio trasformar­e l’inerzia negativa, in positiva. Lo Slovan di recente ha messo in difficoltà l’Inter, per batterlo dovremo mantenere i ritmi alti». Dall’altra parte, proprio il piccolo Slovan (quattordic­esimo in classifica e in crisi di gol proprio come la Fiorentina) promette battaglia. «Da uno a dieci sono deluso dieci», disse dopo l’immeritata sconfitta con il Paok Salonicco l’allenatore Tripsovsky. «Della Fiorentina conosciamo quasi tutto, loro palleggian­o ma lasciano spazi e in trasferta tendono a essere meno spavaldi. Faremo di tutto per vincere, la sfortuna non può durare per sempre».

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